LA MODA CURVY DIVENTA UN BUSINESS TRA RISCATTO E RISCHI PER LA SALUTE
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- Redazione
Moda, modelle curvy, bodyshaming, bodypower, media e bellezza: sono alcuni degli argomenti più in voga nel panorama del dibattito pubblico e sociale, in particolar modo sui media. Ma è anche vero che il rapporto tra moda e curvy style è anche una questione di business: un mercato, quello delle taglie abbondanti e morbide che, solo negli Stati Uniti, ha un giro d’affari di 24 billioni di dollari. Cifre letteralmente esorbitanti, ma che danno il metro dell’importanza di questo settore.
Sul tema è intervenuta la professoressa Michaela Bonafoni, docente alla Rome Business School. “La moda è la vita che scelgo di condurre e come decido di manifestarmi all’interno del mio contesto sociale. È sempre esistito un dualismo che lega la vita e la moda che è capace di far confluire in un immaginario collettivo attualità, politica, economia, società, e che si traduce nella codifica di una collezione; perché la moda ha il dovere estremo di leggere la società in cui si vive”. In tutto questo il web gioca un ruolo fondamentale. Se è vero che la cosiddetta moda curvy ha un’audience importante in Rete, è anche vero che non mancano i rischi, come conferma Bonafoni: “Nell’aumento dei disturbi alimentari nelle giovani generazioni hanno un ruolo determinante i social network. Spesso a un commento negativo, magari perché non si sono inseriti filtri migliorativi della propria immagine, corrisponde un malessere, e mi preme distinguere i due termini che compongono la parola, mal ed essere, che fa cadere nel buio ragazze e ragazzi”. Insomma, un conto è lo stile e l’apparenza, un conto lo stile di vita: pertanto è fondamentale parlare, soprattutto ai giovani, dei fenomeni disastrosi di anoressia, bulimia e obesità, proprio perché sono loro i consumatori più importanti di oggi e la moda può e deve intervenire in tal senso. “Parlare di body power non rappresenta soltanto un cambiamento semantico ma un vera e propria trasformazione della prospettiva dell’erotismo. Le modelle plus size non sfilano più su passerelle separate ma partecipano ai défilé insieme alle altre, che indossano le canoniche taglie 38-40. Non esiste più una frammentazione perché le donne non hanno più etichette: sono le persone a decretare il successo o meno di una pubblicità o di una collezione. La moda curvy non è solo protagonista in passerella ma anche nelle tavole rotonde e negli eventi collaterali che animano la moda” conclude la professoressa Bonafoni.