ELEZIONI: ANCHE GLI ITALIANI ALL’ESTERO SI PREPARANO AL VOTO
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- Redazione
Sono 4.871.731 gli elettori italiani residenti all'estero chiamati al voto per le elezioni politiche del prossimo 25 settembre secondo quanto risulta dagli elenchi provvisori predisposti dal ministero dell'Interno, inviati al ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale per le verifiche di competenza. Per quanto riguarda la loro distribuzione geografica, la maggior parte si trova in Europa (2.645.030). Seguono America Meridionale (1.535.804), America Settentrionale e Centrale (437.802) e Africa, Asia, Oceania e Antartide (253.095).
Gli italiani iscritti all’Aire sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti a Camera e Senato, con una novità: i parlamentari eletti all’estero saranno 12 e non più 18. La riforma costituzionale del 2020, infatti, non ha “tagliato” solo i parlamentari eletti in Italia (da 630 a 400 seggi alla Camera, da 315 a 200 al Senato) ma ha ridotto anche il numero dei deputati e dei senatori della Circoscrizione Estero: 8 a Montecitorio e 4 a Palazzo Madama. Mentre In Italia si vota il 25 settembre, all’estero si vota prima: gli elettori riceveranno le schede elettorali presso il proprio domicilio e dovranno restituirle all’ufficio consolare via posta entro le 16 locali del 22 settembre. Dopo le 16 i consolati si occuperanno di far recapitare in Italia tutto il materiale votato per lo scrutinio. Possono votare anche i cittadini che si trovano temporaneamente all’estero per almeno tre mesi, per motivi di lavoro, studio o cure mediche; lo stesso vale per i familiari conviventi all’estero: in questo caso per ricevere il plico elettorale all’indirizzo estero deve essere presentata una richiesta al Comune italiano di residenza entro il 24 agosto. Il voto degli italiani all’estero ha sempre avuto un ruolo cruciale, essendo in grado di scuotere gli equilibri politici e a volte addirittura di rovesciare il risultato. Già nel 2006, prima volta degli italiani all’estero alle elezioni politiche, gli italiani nel mondo furono decisivi: in quell’occasione, i quattro senatori dell’Unione eletti fuori dai confini nazionali consentirono a Romano Prodi di insediarsi a Palazzo Chigi, dimostrando l’importanza politica di quei cinque milioni di connazionali che vivono all’estero e che anche questa volta potrebbero rappresentare l’ago della bilancia per la formazione di una maggioranza di governo.