Svizzeri al voto: le indicazioni Fclis per i prossimi 3 referendum federali
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- Redazione
Anche gli svizzeri torneranno al voto domenica prossima, 25 settembre, chiamati ad esprimersi su 3 temi federali: l’iniziativa popolare “No all’allevamento intensivo in Svizzera (Iniziativa sull’allevamento intensivo)”; il finanziamento supplementare dell’AVS mediante l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto e modifica della legge federale sull’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (AVS 21); e la modifica della legge federale sull’imposta preventiva.
A ricordarlo è la Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera che dedica la sua ultima newsletter alla illustrazione dei quesiti, dando per ciascuno la propria indicazione di voto.
LE SCHEDE DELLA FCLIS
INIZIATIVA POPOLARE “NO ALL'ALLEVAMENTO INTENSIVO IN SVIZZERA (INIZIATIVA SULL'ALLEVAMENTO INTENSIVO)”
La Svizzera dispone di una legge sulla protezione degli animali fra le più severe al mondo. La dignità e il benessere degli animali sono tutelati, indipendentemente dal numero di capi detenuti in un allevamento. Inoltre, la Confederazione promuove, come sancito nella Costituzione, forme di produzione agricola particolarmente in sintonia con la natura e rispettose dell’ambiente e degli animali. Sempre più animali da reddito vivono in stalle che rispondono alle loro esigenze e hanno regolarmente accesso a spazi esterni.
L’iniziativa vuole che la tutela della dignità degli animali da reddito quali bovini, polli o suini sia sancita dalla Costituzione. Intende inoltre vietare l’allevamento intensivo, poiché questo tipo di allevamento lederebbe sistematicamente il benessere degli animali. La Confederazione dovrebbe stabilire requisiti minimi più severi in materia di ricovero e cura rispettosi degli animali, di accesso a spazi esterni, di macellazione nonché relativi alle dimensioni massime del gruppo per stalla. Tali requisiti dovrebbero soddisfare almeno le direttive Bio Suisse 2018 e tutte le aziende agricole sarebbero tenute a rispettarle nell’ambito dell’allevamento di animali. Questi requisiti si applicherebbero anche all’importazione di animali e prodotti animali, nonché di derrate alimentari con ingredienti di origine animale. Ciò comporterebbe la violazione di accordi con importanti partner commerciali. Ne conseguirebbero maggiori costi d’investimento e d’esercizio, controlli onerosi nelle aziende estere e un rincaro delle derrate di origine animale.
La domanda che figura sulla scheda
Volete accettare l’iniziativa popolare «No all’allevamento intensivo in Svizzera (Iniziativa sull’allevamento intensivo)»?
Raccomandazione del Consiglio federale e del Parlamento: NO
Il Consiglio federale e il Parlamento respingono l’iniziativa. Gli animali da reddito sono già tutelati molto bene. Sempre più animali sono detenuti in modo particolarmente rispettoso. Il divieto d’importazione per prodotti che non rispettano gli standard bio di allevamento sarebbe estremamente oneroso da far rispettare. Il prezzo di molte derrate alimentari aumenterebbe.
Raccomandazione del comitato d’iniziativa: SI
La legge sulla protezione degli animali è spesso definita esemplare. Il comitato ritiene tuttavia che la realtà nell’agricoltura sia ben diversa. L’iniziativa chiede quindi ricovero e cura rispettosi degli animali, l’accesso regolare a spazi esterni, gruppi più piccoli e una macellazione rispettosa.
La FCLIS raccomanda di votare sì.
FINANZIAMENTO SUPPLEMENTARE DELL’AVS MEDIANTE L’AUMENTO DELL’IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO E MODIFICA DELLA LEGGE FEDERALE SULL’ASSICURAZIONE PER LA VECCHIAIA E PER I SUPERSTITI (AVS 21)
La riforma dell’AVS comprende due oggetti in votazione. Il primo aumenta l’aliquota dell’IVA a favore dell’AVS. Questo aumento avviene mediante una modifica costituzionale che è obbligatoriamente sottoposta a votazione. Il secondo adegua le prestazioni dell’AVS. Contro questa modifica di legge è stato chiesto il referendum. I due atti normativi sono collegati: se uno di essi è respinto, l’intera riforma fallisce.
La stabilità finanziaria dell’AVS è in pericolo poiché le generazioni contraddistinte da una forte natalità raggiungono ora l’età di pensionamento. Nel contempo aumenta la speranza di vita media. Tra pochi anni le entrate dell’AVS non basteranno più per finanziare tutte le rendite.
La riforma Stabilizzazione dell’AVS (AVS 21) ha lo scopo di garantire il versamento delle rendite per i prossimi dieci anni circa. Prevede da un lato risparmi e dall’altro un aumento delle entrate. Introduce l’età di pensionamento unica di 65 anni per uomini e donne. A tale scopo l’età di pensionamento delle donne sarà gradualmente portata da 64 a 65 anni. L’impatto di questo innalzamento è attenuato mediante misure compensative: se la riforma entrerà in vigore come previsto nel 2024, le donne nate tra il 1961 e il 1969 potranno andare in pensione anticipata a condizioni più favorevoli; se invece lavorano fino a 65 anni riceveranno un supplemento sulla rendita AVS. Per generare entrate supplementari a favore dell’AVS sarà aumentata l’imposta sul valore aggiunto (IVA): l’aliquota ridotta passerà dal 2,5 al 2,6 per cento, quella normale dal 7,7 all’8,1 per cento. La riforma apporta inoltre maggiore flessibilità: sarà infatti possibile scegliere liberamente il momento del pensionamento tra i 63 e i 70 anni e ridurre progressivamente l’attività lucrativa riscuotendo rendite parziali. Chi continua a lavorare dopo i 65 anni potrà a determinate condizioni colmare eventuali lacune di contribuzione e migliorare così la propria rendita. In tal modo si crea un incentivo per proseguire l’attività lucrativa.
La domanda che figura sulla scheda
Volete accettare il decreto federale del 17 dicembre 2021 sul finanziamento supplementare dell’AVS mediante l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto?
Raccomandazione del Consiglio federale e del Parlamento: SÌ
Per il Consiglio federale e il Parlamento, l’aumento minimo dell’IVA è giustificato e necessario, poiché contribuisce in misura determinante a garantire le rendite dell’AVS. Stabilizzare le finanze dell’AVS unicamente mediante risparmi significherebbe ridurre in modo massiccio le prestazioni.
Punto di vista della minoranza in Parlamento. NO
Una minoranza del Consiglio nazionale ha respinto il decreto federale. Questi parlamentari non erano contrari di principio a migliorare la situazione finanziaria dell’AVS sul fronte delle entrate, ma oltre ad aumentare l’IVA avrebbero voluto destinare all’AVS una parte degli utili della Banca nazionale.
La domanda che figura sulla scheda
Volete accettare la modifica del 17 dicembre 2021 della legge federale sull’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (LAVS) (AVS 21)?
Raccomandazione del Consiglio federale e del Parlamento. SÌ
Il Consiglio federale e il Parlamento ritengono che per stabilizzare le finanze dell’AVS siano necessari anche risparmi. Per questo motivo propongono di introdurre la medesima età di pensionamento per le donne e gli uomini. L’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni è compensato con misure finanziarie.
Raccomandazione del comitato referendario: NO
Secondo il comitato referendario i risparmi sono realizzati soltanto a scapito delle donne, sebbene già oggi le loro rendite di vecchiaia siano di un terzo più basse. Ritiene inoltre che questo sia soltanto il primo passo e che l’introduzione dell’età di pensionamento a 67 anni per tutti sia già pianificata. Secondo il comitato, l’AVS 21 è il primo di una serie di progetti di smantellamento che ci riguardano tutti.
La FCLIS raccomanda di votare no.
MODIFICA DELLA LEGGE FEDERALE SULL’IMPOSTA PREVENTIVA
La Confederazione riscuote un’imposta preventiva del 35 per cento sui redditi derivanti da interessi sul capitale. I privati che vivono in Svizzera possono chiederne il rimborso, se indicano tali interessi nella dichiarazione d’imposta. Nel caso di interessi da obbligazioni l’imposta preventiva è dovuta solo per obbligazioni emesse in Svizzera. Si tratta di uno svantaggio per l’economia svizzera. Per procurarsi capitale, molte imprese emettono obbligazioni in Paesi in cui l’imposta preventiva non è riscossa.
Per far sì che le imprese svizzere emettano più obbligazioni nel nostro Paese, il progetto prevede di esentare dall’imposta preventiva le obbligazioni svizzere. Queste diventerebbero così più interessanti per gli investitori. Il progetto abolisce inoltre anche la tassa di negoziazione per le obbligazioni svizzere e altri titoli, dovuta attualmente sulle operazioni di compravendita di tali titoli. Entrambe le misure favoriscono l’economia svizzera. Nel migliore dei casi la riforma potrebbe già autofinanziarsi nell’anno in cui entrerà in vigore. Contro la riforma è stato chiesto il referendum. Il comitato ritiene che il progetto accrescerà la sottrazione d’imposta.
La domanda che figura sulla scheda
Volete accettare la modifica del 17 dicembre 2021 della legge federale sull’imposta preventiva (LIP) (Rafforzamento del mercato dei capitali di terzi)?
Raccomandazione del Consiglio federale e del Parlamento: SÌ
Il Consiglio federale e il Parlamento intendono riportare in Svizzera i posti di lavoro trasferiti all’estero e il gettito fiscale andato perso. La riforma rafforza il mercato obbligazionario e la piazza imprenditoriale del nostro Paese. Nel migliore dei casi la riforma potrebbe autofinanziarsi già nell’anno in cui entrerà in vigore.
Raccomandazione del comitato referendario: NO
Per il comitato referendario la riforma si tradurrà in un aumento della criminalità fiscale e in perdite di gettito fino a 800 milioni di franchi. Il comitato ritiene che saranno soprattutto gli investitori esteri a beneficiare della riforma, mentre l’imposta preventiva continuerà a essere riscossa sui conti bancari dei cittadini svizzeri.
La FCLIS raccomanda di votare no.