Il grande specchio di Webb – il più grande mai lanciato nello spazio con un diametro di 6 metri e mezzo (pari a quasi tre volte quello di Hubble) è formato da 18 segmenti esagonali. Questa configurazione di un grande telescopio a specchio segmentato è stata concepita e utilizzata per la prima volta dall'astronomo italiano Guido Horn d’Arturo quasi un secolo fa, ed è oggi applicata in diversi telescopi. Un segno di come la tradizione astronomica italiana, da Galileo ai nostri tempi, apporti un contributo di innovazione fondamentale al mondo intero per lo studio del nostro Universo”. Oltre ai sette programmi con principal investigator INAF, l'Istituto vede numerosi co-investigator coinvolti in oltre 40 programmi.

Tra essi figurano anche 4 dei 7 programmi ‘large’, che si sono aggiudicati tra 100 e 200 ore di osservazione ciascuno, per studiare galassie vicine, lontane e lontanissime, e comprendere la loro evoluzione attraverso le ere cosmiche. L’INAF è anche coinvolto in 4 dei 13 programmi di Early Release Science, le primissime osservazioni che saranno condotte durante i primi cinque mesi delle operazioni scientifiche per iniziare a confrontarsi con i dati di JWST. Nella tabella di marcia di JWST, le prossime sei settimane saranno dedicate alla complessa coreografia di dispiegamento delle varie componenti dell’osservatorio, dallo schermo solare multi-strato agli specchi primario e secondario, mentre questo proseguirà il suo viaggio verso l'orbita operativa, un milione e mezzo di chilometri dalla Terra. Seguiranno sei mesi di collaudo e infine, a 2022 inoltrato, si potrà dare inizio alle osservazioni.