Ricavare dai noccioli delle olive ingredienti innovativi per applicazioni nei settori alimentare, farmaceutico e cosmetico in un’ottica di economia circolare e sostenibile. È quanto si propone il progetto europeo triennale “Valostones” al quale sta lavorando l’Università di Udine con altre sei università e aziende di Francia, Malta, Marocco, Tunisia e Turchia. Il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Ateneo friulano coinvolto nella ricerca si occuperà delle ricadute nel settore degli alimenti. 

I noccioli residui di lavorazione dell’olio extra vergine di oliva sono una biomassa attualmente destinata all’incenerimento e ancora poco indagata per una possibile valorizzazione che aprirebbe prospettive significative. L’industria olearia infatti è tra le più importanti attività economiche dell’area del Mediterraneo, con un significativo impatto sull’economia di molti Paesi.   La ricerca ha un budget di 1 milione 300 mila euro finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma “Partnership for research and innovation in the Mediterranean area” (Prima). L’Ateneo udinese, destinatario di un contributo di 278 mila euro, è impegnato con una unità di ricerca composta da Sonia Calligaris (coordinatrice), Monica Anese, Lara Manzocco e Maria Cristina Nicoli.  L’obiettivo è sviluppare strategie eco-sostenibili e a ridotto impatto ambientale atte alla valorizzazione dei noccioli di olive, quale fonte innovativa di componenti ad alto valore aggiunto da utilizzare in alimenti, farmaci e prodotti cosmetici. Vista l’importanza delle industrie olearie anche in Friuli Venezia Giulia, il progetto potrebbe avere interessanti ricadute anche a livello regionale e potrebbe essere la base per la valorizzazione di noccioli derivanti anche da altri vegetali.  Oltre a Udine, il progetto “Valorizzazione dei noccioli di oliva come fonte innovativa di ingredienti ad alto valore aggiunto in un contesto di economia circolare e sostenibilità” (Valostones) coinvolge: le università di Gabes (Tunisia), che lo coordina, Marmara (Turchia), Montpellier (Francia), Mohammed V University (Marocco) e le aziende tunisina Boukhris oil mill e maltese BioPowder.com. “Dalle olive – spiega la professoressa Calligaris – si possono ricavare diversi prodotti trasformati, tra i quali il principale è l’olio extra vergine di oliva. Tuttavia, durante le fasi del processo produttivo si generano enormi quantità di sottoprodotti ancora ricchi di componenti che potrebbero trovare “nuova vita” in applicazioni in diversi ambiti, quali farmaceutico, alimentare e cosmetico. Il progetto ha proprio lo scopo di identificare strategie di valorizzazione dei noccioli”.