Dal nuovo rapporto Headway 2023 è emerso che l'eco-ansia, caratterizzata da una paura pervasiva del cambiamento climatico e delle sue conseguenze, è in grado di influire sulla salute mentale, in particolare tra i giovani. La nuova ricerca, presentata il 25 ottobre al Parlamento europeo da The European House - Ambrosetti, un Think Tank italiano, insieme ad Angelini Pharma, azienda farmaceutica internazionale parte del Gruppo Angelini Industries, ha dimostrato che sempre più cittadini in Europa soffrono di questa paura. In generale, in termini di prevalenza dei disturbi mentali, l'Italia si colloca al di sopra della media europea, con più di 1 cittadino su 5 che soffre di almeno un disturbo mentale.

Tra i disturbi mentali più comuni vi sono l'ansia e la depressione. Tuttavia, solo 1 persona su 3 affetta da tali disturbi riceve un trattamento medico adeguato. Per la prima volta da quando l'iniziativa è stata lanciata nel 2017, il rapporto "Headway - Mental Health Index 3.0" ha esaminato specificatamente l'eco-ansia come nuovo fattore chiave. Creato nell'ambito di un'iniziativa volta ad affrontare importanti questioni di salute mentale in tutta Europa, questo indice composito confronta la salute mentale tra i 27 Paesi dell'UE e il Regno Unito utilizzando 54 indicatori chiave di performance. Il rapporto mostra che, in media, più di un terzo degli europei (37%) si sente esposto a minacce legate al cambiamento climatico. Nei Paesi in cui i suoi effetti sono già tangibili a causa di eventi meteorologici estremi, come l'Italia, la Spagna e la Grecia - che fanno parte del cosiddetto hotspot mediterraneo, una delle regioni a più rapido riscaldamento del pianeta - l'impatto sulla salute mentale potrebbe essere ancora più forte. Il 64% della popolazione del Portogallo e il 63% di Malta si sente minacciato dai cambiamenti climatici, a causa dell'innalzamento del livello del mare e dagli incendi boschivi. In Italia a subire questa minaccia è il 43%. La maggior parte delle forme di eco-ansia, definita come un disturbo da stress pre-traumatico, non sono cliniche ma possono contribuire e peggiorare condizioni di salute mentale preesistenti. Oltre all’eco-ansia, il rapporto evidenzia una serie di crisi parallele che hanno un impatto sulla salute mentale delle persone. I conflitti geopolitici, le tensioni sociali e la crisi del costo della vita hanno influenzato la vita quotidiana di milioni di europei, con il 62% di essi che dichiara di essere colpito dall'attuale policrisi. In particolare, i giovani emergono come gruppo particolarmente vulnerabile. Secondo i risultati del Report Headway, circa il 20% dei bambini sperimenta problemi di salute mentale durante gli anni scolastici e uno su cinque riferisce infelicità e ansia per il futuro a causa della solitudine, del bullismo e delle difficoltà nei compiti scolastici. Inoltre, il 45% delle persone di età compresa tra i 16 e i 25 anni riferisce di ansia e disagio quotidiani associati all'eco-ansia. A questo proposito, i Paesi dell'UE divergono ampiamente nella capacità di organizzare programmi di sensibilizzazione e prevenzione nelle scuole. In particolare, lo psicologo scolastico è una figura consolidata in quasi tutta Europa, ad eccezione di Romania, Turchia e Italia, dove il 10% dell’abbandono scolastico dei giovani è dovuto a disturbi della salute mentale. Per quanto riguarda il lavoro, invece, in Italia il tasso di occupazione delle persone, di età compresa tra 25 e 64 anni, con grave disagio mentale è del 40%. "Sebbene i disturbi della salute mentale possano colpire chiunque, indipendentemente dalla nazionalità, dal contesto socioeconomico, dal genere o dall'etnia, i giovani e le popolazioni più vulnerabili possono sperimentare livelli di disagio sproporzionati e necessitare di maggiori livelli di sostegno", ha dichiarato Maria Walsh, membro del Parlamento europeo per la circoscrizione Midlands-Nord-Ovest.