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I diamanti super profondi, quelli estremamente rari che si formano a profondità da 300 fino a 1000 km all’interno del mantello terrestre, sono vere e proprie capsule inerti capaci di trasportare “frammenti” di terra profonda fino alla superficie terrestre senza quasi alcuna alterazione chimica. L’articolo dal titolo "Extreme redox variations in a superdeep diamond from a subducted slab", che ha come prima firma Fabrizio Nestola dell’Università di Padova con il contributo di Luca Bindi dell’Università di Firenze e pubblicato su «Nature» descrive la composizione di un diamante davvero unico e sensazionale.
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La navicella Cygnus, lanciata a inizio novembre dalla costa est degli USA, ha portato sulla International Space Station rifornimenti e alcuni esperimenti scientifici. Fra questi, l’esperimento del progetto Ovospace, finanziato e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e ideato da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza guidati da Mariano Bizzarri. Ovospace ha l’obiettivo di studiare l’effetto della microgravità sulle funzioni endocrine di due tipi di cellule ovariche bovine:
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È stato ricostruito per la prima volta il viaggio che la crosta terrestre compie verso il centro della Terra durante i movimenti di sprofondamento delle placche continentali. Il processo geodinamico, fino a ora solo ipotizzato, è stato dimostrato da un team internazionale, coordinato da Luigi Dallai dell’Università di Roma “La Sapienza” e da Sandro Conticelli dell’Università di Firenze e direttore dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igag), che ha rintracciato la testimonianza del riciclo di rocce di origine superficiale, riportate alla luce dal magma delle eruzioni vulcaniche, dopo un percorso di milioni di anni fino alle profondità del mantello terrestre.
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La forma di Alzheimer più diffusa è quella a insorgenza tardiva. La possibile base genetica e la causa scatenante della malattia sono ancora sconosciute. Sono noti solo i fattori di rischio, tra cui le alterazioni epigenetiche: meccanismi che alterano l’espressione genetica senza modificare la sequenza del DNA. Responsabili di questi processi sono i microRNA, corte sequenze di RNA.
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Si chiama FoodSensor ed è un dispositivo laser portatile messo a punto da ENEA per segnalare eventuali frodi alimentari in meno di cinque minuti con un sistema a semaforo.
“Si tratta di un sistema sicuro, semplice da usare anche da personale non esperto e trasportabile con una valigetta a mano. Per rilevare eventuali sofisticazioni, basta inserire nel dispositivo un piccolo campione dell’alimento senza pretrattamento né reagenti chimici”, spiega Luca Fiorani, ricercatore ENEA del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia presso il Centro Ricerche di Frascati.
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- Chiara Marcon
La definizione anatomica delle varie (macro) aree cerebrali in cui avvengono i nostri processi cognitivi, iniziata fin dal’800 dalla scuola pavese e da personalità quali Paul Broca, ha già raggiunto un livello di dettaglio avanzato. Nel secolo scorso lo sviluppo delle micro e macro (neuro)immagini e della neurofisiologia cosiddetta ‘in vivo’, ‘real-time’, ha permesso di definire con dovizia di particolari alcuni circuiti composti da cellule nervose cerebrali, detti circuiti o reti neurali, che, ad esempio, sottendono l’attenzione o i processi mnemonici, guidano la pianificazione delle azioni e permettono di provare sensazioni o emozioni.
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- Redazione
Si chiama RETURN - multi-Risk sciEnce for resilienT commUnities undeR a changiNg climate - il Partenariato Esteso che vuole rafforzare le filiere della ricerca sui rischi ambientali, naturali e antropici a livello nazionale e promuovere la loro partecipazione alle catene del valore strategiche europee e globali. La presentazione ufficiale si è tenuta oggi a Napoli: coinvolti 26 partner, tra cui 12 Università, 5 Enti di ricerca e Centri di Competenza, 6 privati, 2 Enti territoriali e il Dipartimento di Protezione Civile per un investimento erogato dal MUR di 115.100.000 euro.
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Si sono trovati nel posto giusto al momento giusto, catturando le trasformazioni del cuore di una galassia lontana. Sono gli allievi del corso di "Complementi di astronomia" dell’Università di Firenze che, grazie alle osservazioni effettuate presso il Telescopio Nazionale Galileo (TNG, che si trova a La Palma, nelle Canarie), sono riusciti a raccogliere i dati di un evento raramente documentato, l’evoluzione dell’attività del nucleo di una galassia a 300 milioni di anni luce dalla Terra.
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Un team di ricercatori dell’Unità di Neuroimmunologia, guidati dal professor Gianvito Martino, neurologo, neuroscienziato e direttore scientifico dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, firma un nuovo studio su Nature Communication che aggiunge un importante tassello alla definizione dei meccanismi cellulari e molecolari che regolano i circuiti cerebrali che sottendono la capacità di pensare e, in particolare, di decidere.