Studiare le popolazioni che vivono nelle isole del mediterraneo per trovarne i tratti comuni. È questo lo scopo del nuovo progetto di ricerca “Crossing the Sea”, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca nell’ambito del bando PRIN 2020 e che coinvolge le università di Ferrara (nel ruolo di coordinatore), Bologna, Palermo, Firenze e Cagliari. Grazie allo studio e alla comparazione del DNA, i ricercatori andranno a ricostruire la storia evolutiva delle popolazioni che hanno abitato e ancora oggi vivono nelle tre principali isole del Mediterraneo occidentale:

Siglato l’Accordo Quadro di Collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e il Dipartimento Regionale dell’Energia della Regione Siciliana per investigare e individuare le potenzialità geotermiche di alcune isole minori siciliane, realizzando l’Inventario delle Risorse Geotermiche delle Isole Eolie (IRGIE).

L’Italia si riconferma un attore fondamentale per la ricerca spaziale. A fine luglio è stato infatti lanciato in orbita un “Payload” - un ‘carico utile’ di strumentazione scientifica - Made in Italy. Il payload italiano si chiama Hermes, e nasce da un progetto finanziato e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e il cui responsabile scientifico è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV); il carico è stato lanciato in quota tramite uno Zero Pressure Balloon presso la base spaziale di Esrange (Kiruna, Svezia) ad opera della Swedish Space Corporation (SSC).

Stabilire un quadro di cooperazione nel campo delle attività spaziali, dell’esplorazione e dell’utilizzo dello spazio extra-atmosferico per scopi pacifici, l’obiettivo del Protocollo d’Intesa siglato il 27 giugno dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dalla Commissione Spaziale Saudita (SSC), rappresentate rispettivamente dal presidente ASI, Giorgio Saccoccia e dal CEO della SSC, Mohammed Al-Tamimi.

Mentre il James Webb Space Telescope (JWST) entra ufficialmente in attività e mostra al mondo le sue prime spettacolari immagini, l’Università di Bologna è pronta ad avviare i primi programmi di ricerca realizzati grazie alle capacità del più grande telescopio spaziale di sempre. Nei prossimi mesi, partiranno infatti due progetti che vedranno coinvolti ricercatori del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” dell’Alma Mater: il progetto COSMOS-Web e il progetto Blue Jay. COSMOS-Web è il più grande programma osservativo selezionato per il primo anno di attività di JWST: le osservazioni partiranno nel mese di dicembre, con l'ambizioso obiettivo di osservare mezzo milione di galassie nel vicino infrarosso ad alta risoluzione e 32.000 galassie nel medio infrarosso, un numero ad oggi senza precedenti.

 Il processo di invecchiamento, in alcune specie di rettili e anfibi, può dipendere direttamente dalle condizioni ambientali in cui si trovano. È quanto emerge da due studi, pubblicati sulla rivista Science e condotti da team internazionali, a cui ha partecipato l’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iret). Nel primo lavoro, il gruppo di ricerca ha eseguito un’analisi comparativa dei tassi di invecchiamento e della durata della vita nei tetrapodi a sangue freddo, utilizzando i dati disponibili in letteratura su 77 specie e 107 popolazioni selvatiche di rettili e anfibi, tra cui tartarughe, serpenti e coccodrilli. In particolare, il Cnr-Iret ha studiato una popolazione di tritone crestato che vive sui Poggi di Prata, nelle colline metallifere del Grossetano.

La sua orbita attorno alla stella madre dura solo 13 ore ed è il più giovane pianeta ultra-short period (USP - periodo orbitale ultra-breve) scoperto finora. Parliamo dell’esopianeta TOI-1807b, scoperto nel 2020 con il telescopio NASA TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) e conosciuto come uno dei pochi pianeti ad avere un periodo di rivoluzione attorno alla propria stella inferiore a un giorno.

L’asterosismologia – uno dei metodi più sofisticati per la misurazione della massa delle stelle, e per estensione, della loro età – può essere utilizzata con successo anche per svelare le caratteristiche degli astri all’interno degli ammassi globulari: gruppi numerosissimi di stelle (nell’ordine delle centinaia di migliaia) condensate in uno spazio relativamente piccolo ed approssimativamente poste tutte alla stessa distanza da noi.

Ha ricevuto il Nobel per la fisica nel 2021 per i suoi studi sui sistemi complessi, ma Giorgio Parisi dimostra al tempo stesso una grande capacità di farsi interpellare dalle questioni più attuali e di farsi capire dalla gente. Anche per questo, il discorso che Parisi tenne alla Camera nell'ottobre 2021 sulla necessità di insegnare la scienza fin dai primi anni di età e di investire nella ricerca e nelle competenze e sull’urgenza di fare scelte a contrasto del cambiamento climatico nei giorni scorsi è stato oggetto di una traccia della prima prova dell’esame di stato.








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