Per migliaia di anni, Noi Umani abbiamo comunicato muovendo i nostri corpi a ritmo, insieme. Abbiamo implorato gli dei perché ci dessero il sole e la pioggia, abbiamo mostrato la forza bruta in temibili unisoni, abbiamo ostentato il nostro amore, stuzzicato la fertilità, celebrato le gioie e i dolori condivisi su questa terra e ci siamo lanciati verso l’estasi, liberandoci dal dolore della morte. Tuttavia, non c’è più bisogno che lo facciamo: disponiamo di molti modi, artificiali e digitali, per comunicare i nostri desideri, le nostre riflessioni, le nostre emozioni e le nostre intenzioni.

Per attrarre, esplorare e nutrire la connessione autentica, l’intimità. Eppure persistiamo. Perché la danza è sempre dentro di noi. Questa modalità espressiva, questa via di mezzo, è talmente immediata, risonante, versatile e potente che le parole da sole non potranno mai sostituirla. Infatti, quando non ci sono parole – ovvero quando i nostri sentimenti sono troppo forti, troppo complicati, troppo pesanti da sopportare – troviamo il sollievo e la consolazione attraverso il corpo: sia nel tocco curativo degli altri, sia attraverso il nostro movimento mentre corriamo, ci agitiamo, ci allunghiamo, respiriamo, danziamo. Noi Umani siamo movimento.

Tutta la comunicazione dal vivo è quindi per l’80% fisica: è un ricco e ineguagliabile trasferimento da corpo a corpo. E un corpo non trasmette informazioni a un altro corpo attraverso uno scambio che assomiglia a quello verbale (e tanto meno scritto). Anche un semplice saluto non viene inviato da una mano disincarnata, ma dall’intero essere umano, compresi occhi, viso e postura fisica. A seconda della forma e del dinamismo del gesto stesso – nonché dell’espressione facciale, della direzione dello sguardo, della posizione e della postura che lo accompagnano – Noi Umani offriamo e rispondiamo, interpretiamo e fraintendiamo, ridiamo, amiamo e ci connettiamo. La nostra stupefacente comunicazione con e attraverso il corpo va ben oltre lo scambio di significato tramite parti del corpo a sé stanti, è una danza intricata in cui percepiamo il messaggio dell’altro, cerchiamo di costruirci sopra, di allinearci con esso, di reindirizzarlo o di sovvertirlo; offriamo la nostra risposta dopo aver anticipato ciò che potrebbe accadere, e così via. È una danza, perché è in diretta. Perché sfida la fissità, la trascrizione definitiva. Di conseguenza, riflette il nostro io autentico meglio del dialogo verbale. Il che la rende ancora più avvincente, interessante, empatica, ricca e diabolica. Noi Umani siamo movimento.

In un momento storico, come questo, in cui la tecnologia ci permette di vedere quello che succede dall’altra parte del mondo in tempo reale e in modo dettagliato, dobbiamo chiederci, come mai prima, dove stia l’umanità e come possiamo accedervi in una più profonda connessione con il nostro corpo.

Questo quarto anno come Direttore del Settore Danza della Biennale di Venezia culmina in un festival epico che esplora la natura stessa di ciò che significa essere umani. Un’eterna indagine che per millenni ha impegnato sacerdoti e poeti, filosofi e politici, scienziati e artisti, ognuno dei quali ha tentato, a modo suo, di mappare e raccontare, di individuare e disfare, di teorizzare e percepire la vastità dell’esperienza umana. Eppure Noi Umani in qualche modo ancora non riusciamo a cogliere il tutto, il paesaggio è troppo macro o forse la sua portata può essere compresa solo da una moltitudine di individui che collaborino tra di loro nell’interpretazione dell’infinito. Da un’intelligenza collettiva che illumini tutti, da uno sguardo condiviso che permetta al pianeta di vedere.

Svelare la grande complessità, la contraddizione e il mistero della vita umana è una prerogativa professionale dei creativi del movimento invitati alla Biennale Danza 2024. Tutti gli artisti e le compagnie di quest’anno adottano il mezzo della danza come atto filosofico di comunicazione, mettendo alla prova i fondamenti della nostra conoscenza, sfidando le nostre nozioni di realtà ed estendendo la comprensione della nostra esistenza. Attraverso il loro lavoro ci sollecitano a chiederci da dove noi veniamo e dove siamo diretti, sondando il fulcro dell’essenziale, il cosa e il perché della sensibilità.

Il programma della Biennale Danza 2024 continuerà a svilupparsi nei suoi cinque filoni: Live, Film Installazione, Biennale College, Collaborazioni, Incontri/Workshop.