Quando si parla di turismo delle radici si pensa inevitabilmente all’emigrazione, all’abbandono della propria terra natia e al desiderio dei discendenti di emigrati di antica generazione di ritrovare, anni e anni dopo, le proprie tradizioni, i luoghi e i retaggi a cui appartenevano i loro avi e a cui sentono di appartenere loro stessi, nonostante la vita che conducono sia a migliaia di chilometri di distanza. Ma, oggi, il turismo delle radici può anche essere un punto di riferimento importante e che possa dare un’ampia prospettiva per il rilancio di un settore (quello, appunto, turistico) fortemente penalizzato dalla pandemia e i cui strascichi si stanno vedendo anche a due anni di distanza dal primo lockdown.

Il riferimento è al progetto promosso dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dal titolo “Il turismo delle radici - Una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post covid-19”, che si inserisce nell’investimento per l’attrattività dei borghi del Pnrr e propone un importante ventaglio di offerte turistiche che guarda soprattutto verso i discendenti degli italiani emigrati nei decenni passati, così come nei confronti degli italiani oriundi. Giusto per intenderci, stiamo parlando di un bacino d’utenza stimato intorno agli ottanta milioni di uomini e donne Con la firma dell’accordo fra il Ministero della Cultura e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale sono state poste delle basi particolarmente importanti per il lancio di questo progetto; fondamentale, in questo senso, il coinvolgimento delle comunità italiane all’estero presenti in tutto il mondo. Ad esse, infatti, il compito di essere degli attori protagonisti per la valorizzazione dell’offerta turistica italiana, all’interno di in una strategia volta a invertire il processo di depauperamento dei borghi del Bel Paese. Una scommessa, o meglio una sfida da vincere, anche e soprattutto perché l’obiettivo è sostenere attivamente il rilancio post Covid della cultura, del turismo e dell’economia nazionale. In questo senso, il turismo delle radici può essere davvero l’arma in più. L’obiettivo, infatti, è consentire una riscoperta “a tutto tondo” dei luoghi di provenienza, consentendo ai visitatori di riappropriarsi della cultura delle loro origini anche attraverso tradizioni, testimonianze, artigianato e gastronomia.