SERIE TV: ECCO PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DI VEDERE “TUTTO CHIEDE SALVEZZA”
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- Redazione
Tante serie su Netflix si sono meritate l’appellativo di “Serie del momento”. Ma poche sono quelle che sono state capaci di lasciare un segno. E non si parla solo di dati e di numeri di spettatori, quanto di un messaggio che resta forte tanto nella mente quanto nell’anima di chi guarda, portandolo a fare riflessioni e a considerare le cose sotto un punto di vista talvolta inedito.
In questa categoria rientra “Tutto chiede salvezza”. Tratteggiamento molto fedele dell’opera letteraria di Daniele Mencarelli, la serie diretta da Francesco Bruni è una visione necessaria: tanto i ragazzi quanto gli adulti dovrebbero fermarsi un attimo, premere play e osservare da vicino ciò che è davvero il disagio psicologico, la malattia mentale, quella follia così spaventosa vista da fuori eppure così umana quando la si vede da vicino. La serie racconta di Daniele e della sua settimana vissuta in Tso, trattamento sanitario obbligatorio. Straordinari sono i personaggi, dal medico brusco e ostile alla dottoressa comprensiva, dall’infermiere scorbutico che cela la sua debolezza dietro pessime maniere ai compagni di stanza di Daniele, l’equipaggio della “nave dei pazzi” (chi vedrà questa scena, se ne innamorerà). Loro sono l’universo sconosciuto che si scopre puntata dopo puntata: Gianluca, Giorgio, Alessandro, Madonnina e poi Mario, interpretato da un formidabile Andrea Pennacchi. È impossibile non entrare in sintonia con la folle bellezza, la profondità inaudita di questi reietti così straordinari che, all’ultima puntata, si scoppierà in un pianto dirompente. Una narrazione del disagio psichico che va oltre le barriere e i preconcetti, un suggestivo affresco di un’umanità dimenticata e ghettizzata, la normalizzazione della diversità: questa serie tv è tutto ciò e molto altro. Soprattutto, è il grido d’aiuto dei dimenticati, dei derelitti, è la pole position del carro dei perdenti, il fare luce su un mondo oscuro vissuto da chi non chiede altro che una cosa. Per dire che cosa, però, è meglio utilizzare le parole del protagonista, interpretato da Federico Cesari: “Dall’alto, dalla punta estrema dell’universo, passando per il cranio, e giù, fino ai talloni, alla velocità della luce e oltre, attraverso ogni atomo di materia. Tutto mi chiede salvezza. Ecco la parola che cercavo: Salvezza. Per i vivi e i morti. Salvezza. Salvezza per Mario, Gianluca, Giorgio, Alessandro e Madonnina. Per i pazzi, di tutti i tempi. Ingoiati dai manicomi della storia. Salvezza”.