Nessun rinvio: la missione Nato in Afghanistan terminerà come previsto il 31 agosto, nonostante le attuali difficoltà riscontrate per rimpatriare gli occidentali e gli afghani considerati a rischio perché ex collaboratori. Era nell’aria, soprattutto dopo le dichiarazioni del portavoce talebano che aveva sottolineato che “non saranno consentiti rinvii”, ma l’ultima parola è spettata al presidente americano Joe Biden che, spinto dai propri collaboratori, ha rispedito al mittente la richiesta degli altri membri che hanno partecipato al G7 straordinario del 24 agosto, convocato proprio per valutare l’ipotesi del rinvio, caldeggiata da Boris Johnson ma anche dai paesi dell’Unione Europea.

Il premier britannico ha chiesto “corridoi di uscita sicuri fino a oltre il 31 agosto” e invitato gli altri leader a “sostenere i profughi in uscita dall’Afghanistan”. Alla riunione ha partecipato anche il premier italiano Mario Draghi, che in forte disaccordo con l’impostazione Usa ha annunciato che Roma reindirizzerà le risorse destinate alle forze militari afghane verso gli aiuti umanitari, chiedendo agli altri paesi di fare altrettanto. Sull’Afghanistan è arrivata già decisa la voce della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, che ha annunciato che i fondi stanziati per gli aiuti umanitari saranno quadruplicati: “Tutti insieme possiamo coordinare gli sforzi per ridistribuire i migranti che arriveranno dall’Afghanistan – ha detto, aggiungendo che “altri paesi oltre a quelli del G7 (un riferimento al G20, fatto anche da Draghi, ndr) dovrebbero prendere parte a questa faccenda, Lo sforzo è quello di garantire il sostegno ai profughi interni, a quelli che sono riusciti a lasciare il paese, ai paesi confinanti, alla stabilità della regione”. “Questi eventi – ha concluso Von der Leyen - non fanno altro che sottolineare il bisogno di trovare un accordo sul pacchetto su migrazione e asilo per gestire i nostri confini e mostrare solidarietà”.