L’estate può essere un vero e proprio toccasana, soprattutto per chi soffre di malattie reumatologiche, come artriti, artrite psoriasica, lupus e sclerosi sistemica, patologie croniche con cui in Italia hanno a che fare ben quindici milioni di persone. Ma, che sia al mare o in montagna, è sempre necessario avere delle accortezze per godersi a pieno le vacanze e non comportante ripercussioni sulla propria salute. La prima cosa a cui prestare attenzione è l’esposizione al sole.

Per chi soffre di Lupus e connettiviti con anticorpi SSA/Ro l’esposizione al sole non è indicata, poiché può aggravare la malattia sia dal punto di vista cutaneo che riattivando addirittura la malattia negli organi interni. L’esatto opposto accade invece per chi soffre di psoriasi, con la luce del sole che ha un effetto benefico; quindi ci si può esporre, sì, ma sempre con la dovuta moderazione. Sfatato, invece, il mito dell’acqua di mare che, contrariamente a quanto si crede, non ha dei benefici diretti sulla malattia. Che il caldo abbia effetti piacevoli sui soggetti affetti da reumatismi è indubbio, poiché migliora la percezione di benessere articolare e muscolare rendendo più elastici i tessuti, ma in realtà non provoca un vero effetto curativo sull’evoluzione dell’artrite e dell’artrosi. Fondamentale, in situazioni di grande caldo, è evitare di disidratarsi. A maggior ragione, poi, questo consiglio è utile per chi assume il cortisone ed è soggetto a crampi e sudorazione; assolutamente necessario, in questi casi, di ricordarsi di integrare sali minerali come magnesio e potassio. Un bel bagno al mare? Approvato, perché i movimenti nell’acqua sono attutiti e le articolazioni sono meno stressate, nel caso di spondilite anchilosante per esempio il nuoto è davvero una pratica terapeutica per mantenere una buona postura della colonna vertebrale; quindi, il bagno si può fare. Approvate pure le passeggiate in montagna, ma con una necessaria postilla. È infatti molto importante ricordare che, soprattutto in alta quota, la pressione atmosferica scende, e questo può comportare una maggiore sensazione dolorosa, senza però causare danni. Chi invece soffre di malattie reumatologiche che coinvolgono anche polmoni o cuore deve stare molto attento in alta montagna per la riduzione dell’ossigeno, che, nella peggiore delle ipotesi potrebbe aggravare i problemi di respirazione. Infine, un consiglio valido per ogni meta: ascoltare il proprio corpo e i segnali che manda.