Gotthold Ephraim Lessing diceva che “L’attesa del piacere è essa stessa il piacere”. E chissà se, dando vita a questa massima, non abbia pensato ai bambini quando aspettano il Natale. Perché è proprio ciò che emerge da una ricerca condotta dal professore di Pedagogia Generale dell’Università di Milano Bicocca Raffaele Mantegazza che ha indagato su come le famiglie italiane vivono l’attesa e in particolare i giorni che mancano al Natale. Un’indagine che si è concentrata su oltre 1100 nuclei famigliari, puntando a scoprire quanto i giorni che conducono all’attesa Vigilia siano ancora vissuti con sana impazienza.

In questo senso, i dati emersi sono inconfutabili: il 73% dei bambini di questi nuclei famigliari prova emozioni fortissime nell’attesa del Natale che, giorno dopo giorno, diventa sempre più frenetica e per certi versi emozionante. Un aspetto interessante è che se è l’intero nucleo familiare ad attendere il fatidico momento dell’apertura dei regali, nel 56% dei casi l’attesa viene vissuta positivamente e in modo collettivo. A proposito di regali, anche qui non c’è letteralmente gara: il 70% apre immediatamente un regalo subito dopo averlo ricevuto, mentre l’11% preferisce aspettare, anche solo per il piacere di domandarsi genuinamente il contenuto del dono. Dopodiché, anche questo 11% scarta come se non ci fosse un domani. Sul tema si è espresso così il professor Mantegazza: “Che cosa ci dice tutto ciò a proposito dei regali da fare ai bambini e ai ragazzi? Anzitutto che un regalo è sempre ritualizzato, ovvero deve sempre essere inserito in un contesto emotivo e affettivo rispetto al quale il tempo ha la sua importanza. Banalizzare il regalo senza circondarlo da una situazione spazio temporale che lo valorizzi rischia di fargli perdere parte della sua magia. Quindi il regalo può e forse deve essere scelto a partire dai desideri del bambino, ma questi desideri possono essere intuiti in modo diretto o indiretto e comunque la tipologia del regalo può sempre causare una sorpresa: il colore, il modello, le caratteristiche esteriori possono andare al di là di quello che il bambino desidera, insegnandogli anche la potenza dell’immaginazione”. In altre parole, l’attesa è nulla più che un passaggio basilare nell’educazione e nella crescita di un bambino, fatta sì di emozioni e, per certi versi, di magia, ma anche di regole da rispettare. Regole necessarie, va detto, per godersi a pieno il piacere.