Il bullismo è una piaga con cui tanti giovani e giovanissimi si trovano a fare i conti ogni giorno, soprattutto negli ambienti scolastici, ma non solo. Il disagio che portano in dote queste situazioni è il medesimo, che si tratti della vita reale o di quella digitale, con un chiaro ed evidente riferimento al cyberbullismo.

Tuttavia, non è facile per un giovane esternare il proprio disagio e, ancora di più, è difficile per un genitore riconoscerlo. Quali sono, quindi, i segnali che padri e madri non dovrebbero ignorare e che, soprattutto, rappresentano un campanello d’allarme? Prima di tutto ci sono i segnali esterni, quelli fisici, come ematomi o contusioni di dubbia provenienza, così come oggetti personali inspiegabilmente rotti o scomparsi. Poi, ci sono i segnali che figli e figlie vittime di bullismo lanciano attraverso il proprio corpo: tra questi, carenza di energie, problemi legati al sonno, modifica delle abitudini alimentari. Come nel corpo, anche nell’atteggiamento si riflettono i segnali delle vessazioni subite, a partire dal controllo ossessivo dei propri dispositivi elettronici (telefono cellulare, computer, tablet), ma anche la tendenza ad una maggiore introversione, fino ad un’aggressività che si esprime sia a casa che fuori da essa, in una sorta di autodifesa dal mondo esterno. Da non sottovalutare, poi, gli input che arrivano in questo senso dalla scuola: calo improvviso del rendimento scolastico, riluttanza nel descrivere la propria giornata, irritandosi di fronte a ogni domanda, rifiuto di andare a scuola (spesso adducendo scuse o dicendo di sentirsi poco bene) e calo delle interazioni e nelle uscite con i coetanei. Compresi questi segnali, ci si deve rendere conto che diventare ammorbanti e oppressivi con i propri figli (anche se è chiaro che l’essere apprensivi fa parte del mestiere dei genitori) non è la soluzione migliore. E, allora, che cosa fare? Dialogare sì, ma stando su quesiti generali eppure mirati. Invitare il proprio figlio a parlare dei suoi amici, chiedergli con chi passa il tempo a scuola, chiedergli un consiglio su come i genitori possano aiutare a fermare il bullismo nella scuola, domandargli cosa cambierebbe della propria vita se potesse esprimere un desiderio e perché e magari mostrargli contenuti sul tema del bullismo. Creando, quindi, una piccola breccia per affrontare assieme, uniti, il problema.