Foto e servizio Paola Zorzi. Continua lo scambio culturale che villa Cernigliaro ha intrapreso dal 2017 con artisti provenienti dalla Repubblica Ceca, uno scambio coordinato e reso possibile  da Carlotta Cernigliaro e dalla storica dell'arte Miroslava Hájek.

Alle mostre personali di Ivana Hájek, Jan Samec, Jana Kasalová, Pavel Korbička fa quindi seguito la mostra "Geometria sacra" di Jan Dotřel che dal 24 settembre ha esposto le sue opere negli spazi di questa dimora storica.

Se il progresso scientifico è ciò che più ha caratterizzato il nostro tempo, con la permeabilità di una conoscenza che abbiamo visto spingersi fino ai confini del micro e macrocosmo conosciuti, le modalità attraverso cui questo è avvenuto e avviene non sono però così scontate. Un tempo si pensava che l'immedesimazione fosse il metodo migliore per comprendere il mondo. Oggi se da un lato è impossibile togliere di mezzo l'essere umano dall'osservazione è però anche richiesto un distacco, un andar oltre le apparenze, un'oggettività che, per quanto possibile, nell'osservazione del mondo non cada nel pregiudizio o nell'antropomorfismo. Ecco allora che le opere di Jan Dotřel interpretano la necessità di creare una relazione tra arte e scienza, ecco allora che acquisiscono senso immagini in cui il multiforme e la bellezza dell'esistente sono posti sullo stesso piano di una griglia o di una geometria che potrebbe essere sia mentale che dell'esistente: astratta, concreta e geometrica al tempo stesso. Afferma l'artista "La natura crea tutta la sua diversità e ricchezza dagli elementi più semplici" sottolineando che " i poliedri regolari apparvero sulla terra molto prima dell'essere umano" e se in molti casi la comprensione della natura ci appare chiara, "cristallina"  in altri casi è ancora avvolta nel mistero.

 

 

Dunque se da un lato non bisogna cadere nella tentazione che fu già degli atomisti greci che descrivevano l'atomo come un assoluto: il mattoncino fondamentale e inalterabile alla base di tutto ciò che esiste in natura; dall'altro è pur vero che i campi energetici del subatomico risultano sempre più indagati.

Già la mostra dell'artista argentina Maria Ester Joao, avvenuta in questa stessa sede, poneva l'accento sulla ricerca di un ordine, di una legge, di un processo che nel vincolare le cose dall'infinitesimale all'infinito non si esaurisse nella mera ripetizione o in un'arida sintesi ma si esplicasse attraverso un particolare campo d'azione caratterizzato da una naturale proliferazione formale. Ci si potrebbe chiedere allora quale sia la trasgressione, se di questo si tratta, o l'eccezione, la formula specifica, la consequenzialità dotata di una sua logica interna, l'interferenza misurata che  dall'unità giunge alla molteplicità delle forme a cui possiamo assistere in natura.

Tutti questi temi sono impliciti alle opere di Jan Dotřel. Ne consegue una riflessione su ordine e caos interpretato attraverso la serie di opere intitolate "Un caos profondamente ordinato".  Ciò che conta, scrive Dotřel, è la relazione spaziale tra i singoli punti aggiungendo che "la meccanica quantistica suggerisce la possibilità che una struttura della coscienza dell'essere sia basata sulla disposizione geometrica delle particelle subatomiche".

Una mostra dunque che implica riflessione ma anche una mostra molto curata nell'allestimento sia in villa, con delle vere installazioni fotografiche che si inseriscono molto bene nell'ambiente pur mantenendo una loro autonomia, sia per quanto riguarda le opere esposte nella Serra dei leoni, l'ex-orangerie annessa alla villa,  dove attraverso le opere natura e geometria sono poste a confronto.

Molto interessante la presenza di quelli che potremmo interpretare come reperti archeologici della modernità: una vecchia macchina fotografica di cui non resta che uno scheletro corroso dal tempo non lontano dall'esoscheletro di una conchiglia.  Presenti anche altri materiali, in particolare dei quarzi, cristalli,  cioè strutture atomiche che già Jaques Monod ne "Il caso e la necessità" aveva trovato interessanti in quanto lontanamente partecipano di alcune proprietà dei viventi. 

Emozionante infine vedere un quarzo spuntare dal muro espositivo. 

Fra l'altro, visto che la mostra si svolge nel Biellese, mi piace ricordare Quintino Sella, personaggio storico, politico e scienziato (ingegnere geologo) biellese tra i fondatori di una scuola che fu l'antesignana dell'attuale Politecnico di Torino, la cui statua ora situata all'interno del Politecnico lo raffigura in modo antiretorico nell'atto di osservare (ammirare?) un quarzo.

Una mostra dunque che nell'affrontare i temi fondamentali dell'esistenza lo fa mettendo in campo la sfera della conoscenza contemporanea pur non rinunciando alla poesia, allo stupore (nei confronti della natura e della vita) e alla profondità di cui il pensiero umano è capace. 

Jan Dotřel è artista, direttore e curatore principale della galleria Kvalitář di Praga. Il suo lavoro si concentra sul rapporto tra arte e scienza mentre architettura e design affiancano mostre dal marcato carattere teorico. Ha studiato estetica presso la facoltà di Filosofia dell'Università di Karlovy concentrandosi sulla fotografia teorica.

 

Geometria Sacra 

Villa Cernigliaro - Sordevolo - Biella - Italia

a cura di Miroslava Hajek 

Fino al 29 ottobre 2023