MELONI: TRANSIZIONE ECOLOGICA SENZA SMANTELLARE LE IMPRESE
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- Redazione
“Per avviare la transizione ecologica non possiamo smantellare la nostra economia e le nostre imprese. La sostenibilità ambientale deve camminare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica. Vogliamo, cioè, sì difendere la natura ma la vogliamo difendere con l’uomo dentro”. Così la premier Giorgia Meloni intervenendo il 3 luglio all’assemblea di Assolombarda. Premier che, di fronte alla platea di imprenditori, rivendica: “Se dopo il 2035 sarà ancora possibile immatricolare veicoli con motore endotermico, alimentati con combustibili neutri in termini di emissione di C02, sarà soprattutto grazie al coraggio assunto dall’Italia in questi mesi”.
C’è poi il tema del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con la concessione della terza rata che ancora da parte dell’Europa che deve essere sbloccata e il clima sempre più rovente con le opposizioni. “Il Pnrr non è stato né scritto né negoziato dall’attuale governo, che però lavora incessantemente per mettere a terra tutte le risorse nei tempi necessari – assicura Meloni - E’ un piano che ha bisogno di correttivi ma che, soprattutto, ha bisogno di grande impegno da parte di tutti gli attori per riuscire ad essere realizzato nei tempi previsti. Mi dispiace che anche il Pnrr in Italia sia diventato terreno di scontro. Penso che su una partita del genere dovremmo comportarci come se fossimo un sol uomo. Qui non è in gioco il governo ma la modernizzazione e la credibilità a livello internazionale dell’Italia”. Il premier rivendica: “La capacità di ripresa del nostro paese ci consegna un’economia in crescita oltre le aspettative, con una stima di previsione al rialzo del Pil al +1,2% nel 2023, una crescita superiore alla media europea, superiore a quella delle principali economie continentali. In poche parole, noi stiamo dimostrando una affidabilità maggiore rispetto al resto dell’eurozona”. E rimarca: “L’Italia vive un’inedita fase di stabilità politica e l’Europa, anche in risposta a quello che stanno facendo gli altri grandi attori globali, come Cina e Stati Uniti, sembra progressivamente, seppur lentamente, aprire gli occhi e prendere coscienza su quale debba essere il suo ruolo”.