Intervista con Saro Marretta
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- Chiara Marcon
Saro Marretta, scrittore e docente festeggia quest’anno mezzo secolo in Svizzera. Un italiano, di Agrigento, che non ha mai dimenticato le sue origini, ma anzi con il suo lavoro ha valorizzato la lingua italiana, distinguendosi sempre da quelli italiani in Svizzera, di tanti anni fa…
L’opera che lo fa conoscere al grande pubblico è Piccoli Italiani in Svizzera, dove in un libro racconta dei figli dei primi immigrati, delle loro difficoltà e lo studio della lingua italiana in Svizzera. Famosi sono i suoi bestseller Das Spaghettibuch in tedesco con disegni di Scapa, Benteli, Berna (7. edizione) uscito anche nella collana dei tascabili Goldmann, Monaco di Baviera, D. in francese e inglese. In olandese col titolo: Het complete Spaghetti Boek con cartoons di Scapa, Uitgeverij Luithingh, Laren N.H. Molto usati nelle scuole di lingue, sono i suoi gialli usati per la diffusione dell’italiano all’estero Pronto, commissario? volume 1 e 2, Zanichelli, Torino e Klett, Stoccarda, D (3. ristampa), Elementare, commissario! (2. ristampa), La commissaria e Nuovi casi per la commissaria (5. ristampa), ambedue con CD, Alma Firenze e Hueber, D, vengono usate nelle scuole di lingue di 20 Paesi. La commissaria è uscita nel 2017 a colori tra i classici di Alma, 11. edizione con audio on line.
Come si ripercorrono cinquant’anni di carriera e di vita? con un’intervista dove Marretta si racconta a tutti noi:
Sei in svizzera da cinquanta anni ... come hai passato questo tempo?
Dormendo tra gli allori. Sto scherzando, il ritmo della vita è stato molto intenso. All’inizio lavoravo di notte alla posta per potermi pagare gli studi che facevo di giorno. Viaggiavo sempre con il piccolo vocabolario in tasca Langenscheidt per imparare qualche parola di tedesco. La sorpresa fu che di buon tedesco i miei colleghi di lavoro non ne volevano sentire. Dialetto zurighese e basta.
Dopo alcuni anni, quando avevo imparato finalmente il tedesco e concluso gli studi all’università di Berna, la “macina del tempo” diventò più gentile con me. Ho trovato il lavoro che mi piaceva. Pur avendo il passaporto italiano, son potuto passare di ruolo al liceo di Köniz (Berna). Una magnifica esperienza.
Da quando hai pubblicato Piccoli italiani in Svizzera che cosa è cambiato per te?
Dipende in che fase della vita. All’inizio mi avevano affidato una pluriclasse di bambini figli di stagionali in una scuola di Einsiedeln (Canton Svitto). Poi arrivò un nuovo direttore italiano che vi sistemò una sua nipote al posto mio perché con la pubblicazione di “Piccoli italiani in Svizzera” secondo lui, avevo offeso l’Italia e Garibaldi. Ero molto triste, ma fu la mia fortuna. Credo che senza quell’intoppo non avrei probabilmente preso l’abilitazione per l’insegnamento nelle scuole superiori in Svizzera. Trent’anni dopo gli telefonai in Italia per ringraziarlo. Ma era rimasto scettico, non mi voleva credere.
In questi anni come sono cambiati gli italiani in Svizzera?
È cambiato l’atteggiamento verso gli italiani in Svizzera. All’inizio, durante l’iniziativa Schwarzenbach, eravamo nel subconscio di molti, buoni al massimo per pulire le strade. Ora “siamo delle persone normali”. Non vedo differenze in questo senso, per esempio, tra i miei figli e nipoti e i loro colleghi bernesi.
Hai mai avuto nostalgia dell'Italia?
Credo all’inizio. Ora mi sento integrato, non ci penso più. Certi aspetti dell’Italia però ho cercato di divulgarli. Ho pubblicato lo Spaghettibuch con caricature di SCAPA che ha avuto una decina di edizioni. Un bestseller pubblicato dal Benteli Verlag e dalle edizioni tascabili Goldmann. È stato tradotto anche in olandese e italiano. Una specie di dichiarazione d’amore alla cucina italiana. Sono poi seguiti, sempre sulla stessa scia, un Pizzabuch e un Polentabuch.
Hai pubblicato anche con la casa editrice Alma dei racconti per aiutare gli studenti a imparare divertendosi ... dove trovi spunti per i tuoi racconti?
Ho scritto “Pronto commissario 1” pubblicato ora da Loescher e Klett. Poi “La commissaria” e “Nuovi casi per la commissaria” da Alma Firenze e Hueber D, accompagnati da un CD. Una nuova edizione de La commissaria è appena uscita a colori e si può sentire anche in audio on line. Si tratta di 14 storielle crimi quiz adatte per la recita nelle scuole. Ho preso l’ispirazione nella scuola dove insegnavo. Gli studenti mostravano entusiasmo e questo mi dava la carica a trovare gli spunti.
La lingua italiana ha ancora un valore in un mondo che cambia, è che sembra parlare tutte le lingue tranne la nostra?
Non è solo l’italiano ad aver perso una buona fetta di pubblico. Anche il francese o il tedesco nel mondo sono stati ridimensionati a favore dell’inglese, per fare degli esempi. Però l’italiano è rimasta la lingua della simpatia, che viene ancora studiata nelle scuole. “La commissaria” - se controlli in internet - viene molto usata negli Stati Uniti e in una ventina di altri Paesi nel mondo. Mi hanno scritto da Hong Kong chiedendomi se la posso presentare in lingua cinese in una scuola di musica. Ho risposto: - Sì che vengo, ma appena imparo il cinese!
In tutti questi anni d’insegnamento hai un ricordo particolare legato a una lezione?
Diversi ricordi legati a molte lezioni. Ogni anno portavo dei gruppi di allievi in Italia per una settimana. A Roma, Firenze, Milano. Alla Scala di Milano per esempio sono stati molto gentili. Ci hanno fatto seguire da vicino il Concorso riservato ai pianisti nel mondo. Nella Casa di riposo Giuseppe Verdi i cantanti in pensione hanno eseguito il Rigoletto apposta per noi. Alcuni allievi hanno studiato musica e italiano anche per questi incontri. Con alcune ex allieve diventate soprano, a volte mi capita di dover presentare delle serate con delle canzoni napoletane cantate da loro.
Uno legato a un alunno?
Fino a qualche settimana fa pensavo che ci fossero solo pochi ex allievi a ricordarsi di qualche lezione. La SRF1 mi ha intervistato per la trasmissione Menschen und Horizonte e la redazione ha ricevuto consensi di gruppi di ex allievi di cui non mi aspettavo tanto entusiasmo. Alcuni sono diventati primari d’ospedale e professori nelle università svizzere e non lo sapevo. Il tono era “sei ancora il nostro Vorbild – il nostro modello” e grazie a te abbiamo potuto parlare l’italiano e allargare il nostro mondo ecc. A dire il vero son rimasto un po’ sorpreso, perché di me ho un’opinione molto realistica, non mi faccio illusioni.
Com’è cambiata la scuola in questi anni?
Si dà molta importanza agli interessi degli allievi – almeno nel liceo che conosco io - e questo è proprio da ammirare. Se pensi ai miei tempi, il fascismo era già finito, ma uno predicava e gli altri dovevano ascoltarlo frontalmente.
Hai qualche altra pubblicazione in corso?
Col prof. Rolf Mäder, specialista dei miei scritti, sto preparando una nuove edizione dei miei scritti. La prossima pubblicazione sarà “L’iniziatica CH”. Storia una famiglia di stagionali che vuole stabilirsi in Svizzera. Il destino dei loro figli e di loro stessi. Poi La commissaria in inglese e francese seguendo le orme del metodo in italiano che è arrivato alla undicesima edizione.
Nella foto sopra a sinistra lo scrittore Saro Marretta, a destra alcune sue opere.