Cercando su Google “Intelligenza artificiale”, il motore di ricerca ci restituisce, limitandoci alla sola lingua italiana, oltre 30 milioni di risultati, segno tangibile dell’interesse crescente per questa tecnologia anche nel nostro Paese. Ma qual è il rapporto tra gli italiani e l’IA? La risposta arriva da un report realizzato da The Fool che ha coinvolto un campione di 1.000 italiani compresi tra i 16 e i 64 anni per analizzare il loro rapporto con ChatGPT, il modello IA sviluppato da OpenAI che ha dato avvio a un uso massiccio e diffuso di questo nuovo strumento, democratizzando l'IA in un modo mai visto prima, diventando di gran lunga l'applicazione in più rapida crescita di sempre.

I risultati rivelano una visione non coincidente tra le diverse generazioni e spingono a più di una riflessione sull'uso di IA nell’immediato futuro. Il 18% ha affermato di aver già utilizzato e utilizzare ChatGPT, mentre il restante 82% ha diversi livelli di consapevolezza sull'IA. Il 42% ne ha sentito parlare di ChatGPT ma non l'hanno mai utilizzato, il 20% ne ha sentito parlare ma non sa di cosa si tratti. Resta un 18% ha dichiarato di non averne mai sentito parlare prima. Un punto chiave emerso dalla ricerca riguarda la percezione di utilità di ChatGPT. I risultati dimostrano che la Generazione Z è la principale early adopter, con il 71% di quelli che lo utilizza che riconosce il suo potenziale in termini di utilità, mentre altre generazioni percepiscono questo in misura minore. Questa generazione lo utilizza principalmente per scopi educativi, per trovare fonti di ispirazioni e per approfondire la propria cultura generale. Un utilizzo che potremmo definire “oracolare”. I prompt utilizzati hanno una forma interrogativa per avere risposte sugli argomenti più disparati. Tuttavia, la ricerca rivela anche che la fiducia verso ChatGPT sul lungo periodo è scarsa, con il 53% degli utenti che si preoccupa che possa essere un tool parziale e il 36% che non lo ritiene affidabile per un utilizzo costante. Ciò nonostante, la maggior parte degli utenti accetta il rischio di parzialità delle informazioni fornite dall'IA.