Pavel Korbička METAFORE è una mostra a cura di Miroslava Hàjek inaugurata il 7 novembre a Villa Cernigliaro (Sordevolo/Biella) a conferma dello scambio culturale in atto da tempo tra Villa Cernigliaro/Associazione Zero Gravità e alcuni tra gli artisti visivi di spicco della realtà culturale contemporanea della Repubblica Ceca. Foto e servizio Paola Zorzi 

Entrando nello specifico di questa mostra vorrei riportare, a introduzione di questo breve articolo, una citazione di Naum Gabo e Anton Pevsner, tratta dal "Manifesto del Realismo". Questo per due ragioni: la prima in quanto le opere di Pavel Korbička utilizzano la luce (neon) come mezzo espressivo, la seconda perché nel manifesto citato la vita umana è posta al centro di tutto il dibattito e questo oggi mi pare quanto mai opportuno.

"(…) Guardate un raggio di sole, la più immobile tra le forze immobili. Ha un velocità di 300.000 km al secondo. Osservate il nostro firmamento stellare che il raggio attraversa.. Che cosa sono i nostri depositi in confronto a quelli dell'universo? Che cosa sono i nostri treni in confronto ai veloci treni delle galassie?..."

 

 

La luce in effetti non solo ha sempre affascinato il genere umano ma gli è indispensabile. Luce dunque come origine, scaturigine e agente motore, rivelatore  di ogni cosa. Luce quale affascinante contraddizione in essere: apparentemente immobile, calma, silenziosa eppure così veloce. Capace di attraversare il vuoto dello spazio invisibile ma anche di palesarsi, interfacciarsi con tutto ciò che incontra lungo il suo percorso rendendolo visibile ai nostri occhi. Una visone in grado di spaziare dalla fissità serrata, concentrata di un solo punto fino all'irradiazione pulviscolare e alla riflessione, in un dualismo onda-materia che sfiora i principi moderni della fisica e il principio di indeterminazione. 

Non è un caso dunque se Pavel Korbička fin dagli studi accademici si sia sentito attratto da questo mezzo espressivo pervenendo alla realizzazione di  opere luminose al neon, avendo fra l'altro illustri predecessori quali l'artista ceco Zdeděk Pešànek che introdusse elementi cinetico-luminosi nelle sue sculture fin dagli anni Trenta del secolo scorso (!).  

Ma l'arte non si accontenta del dato fisico e nell'utilizzare una tecnologia o un materiale di uso comune nel mondo contemporaneo tenta sempre un superamento rispetto al contesto alienato in cui questo spesso è calato, quasi a indicarci un'altra strada possibile nel nostro rapporto con la tecnologia e con ciò che ci circonda.

Nello specifico di questa mostra va sottolineato come vi sia una una forte impronta etico-formale, una pulizia formale risolta  geometricamente che interagendo con l'ambiente lo interpreta quasi a volerne confermare un più profondo significato implicito.  Nelle opere di  Pavel Korbička va rilevata, oltre alla precisione progettuale legata alle misure degli elementi destinati ad interagire con l'ambiente, la dimensione del loro diametro. Si tratta infatti di tubi di vetro estremamente sottili e fragili realizzati appositamente da un vetraio praghese, talmente sottili da far pensare alla scansione luminosa di uno scanner.  

La performance di Silvia Morandi, che ha avuto luogo il giorno stesso dell'inaugurazione, nel misurarsi  con il luogo e con un  mezzo espressivo quale la luce (e il neon nello specifico), così "incidente" e riflessivo al tempo stesso,  non ha fatto che confermare queste aspirazioni.

L'artista durante la performance, pur mantenendosi sempre entro i limiti del  rigore e della pulizia formale, nell'interagire con le opere e ridisegnare gli spazi è riuscita infatti a colmare quella crasi, quella spaccatura che sovente ci dividono da tanta tecnologia contemporanea riconsegnandola ad un'umanità che al quel punto ci è parsa più carica di potenzialità. Un risultato non da poco di questi tempi.

Il silenzio, la fissità della luce ma anche la sua forza, le sue implicite potenzialità, sono state rese attraverso una performance intensa e concentrata, contraddistinta da tempi lenti intercalati da accelerazioni, traiettorie e geometrie mai eccessive abbinate a movimenti più articolati che suggerivano un rapporto con la tridimensionalità del reale e una sua più complessa interazione...

Scrive Miroslava Hajek a proposito del lavoro di Pavel Korbička: "L’artista vuole rendere lo spettatore consapevole della libertà visiva che può essere praticata in un qualsiasi contesto storico allo stesso modo in cui possiamo usare la storia come linea guida per il nostro futuro. 

Il tubo di neon diviene il segno luminoso che possiamo considerare un punto di vista tangibile  e rilevante. La luce si distribuisce sugli oggetti, modulando la propria intensità in relazione alle caratteristiche della superficie e alle sue variazioni, suggerendo la tridimensionalità degli oggetti stessi dando loro definizione e delineandone le forme conferendo allo spazio coinvolto ritmo e colore. Colori luminosi dei tubi di neon sottolineano le componenti dell’architettura e le mutano determinandone il nuovo significato che non si esaurisce semplicemente nella diversità delle regole, ma sposta l'argomento dello spazio soggettivo in una situazione in cui è insieme confermato e negato. Il tempo durante il quale l’intromissione si configura determina la temporalità di resinificazione che avviene alla sovra-oggettivazione della struttura di base".

 

Pavel Korbička

METAFORE

a cura di Miroslava Hàjek

Allestimento Arch. Domenico Paternoster

Villa Cernigliaro dimora storica

Fino al  30 gennaio 2022

venerdì  domenica ore 16.30  19.00

In occasione della vernice domenica 7 si è svolta la Performance Metafore

di Silvia Morandi

Associazione Errante

in collaborazione con

Hidden Rooms

con il contributo di Ufficio Cultura Italiana, Alto Adige.