Edifici intelligenti, come ampi specchi che riflettono il segnale dati e lo indirizzano dove serve. Sembra uno scenario fantascientifico, invece si tratta di una linea di ricerca già consolidata. Almeno a Trento, dove da anni si lavora sull’idea di un ambiente elettromagnetico intelligente. Una rivoluzione nel modo di progettare le città che parte da come vengono costruiti e adattati gli edifici: non più considerati ostacoli alla propagazione del segnale, ma anzi potenziali risorse per coprire aree più vaste e superare le “zone cieche” di ricezione.

Il tutto con l’obiettivo di rendere possibile, senza incrementare i livelli di campo elettromagnetico nell’ambiente, una connessione ancora più capillare a beneficio di famiglie, aziende, pubblica amministrazione in un momento strategico di grande sviluppo per il nostro paese grazie ai fondi del Pnrr. A questo progetto lavora da anni il gruppo di ricerca Eledia dell’Università di Trento (Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica - Dicam) che ha sviluppato soluzioni tecnologiche all’avanguardia e ha costruito una rete internazionale di laboratori e di collaborazioni con i principali operatori internazionali del settore. Ora un nuovo accordo apre ulteriori scenari di sviluppo e rende l’attività ancora più competitiva nel panorama della ricerca nazionale e internazionale su questi temi. Il Dicam dell’Università di Trento e il Centro Sensors&Devices della Fondazione Bruno Kessler – realtà di riferimento in Italia e a livello internazionale, per lo sviluppo di sensori e dispositivi di nuova concezione per la Big Science e per applicazioni industriali e tecniche – hanno infatti siglato una convenzione che consente di ampliare il raggio di azione in una settore strategico, quello dei materiali, dei microsistemi, dell’energia e dell’ambiente. Il nuovo laboratorio – denominato Smart Electromagnetic Environment (Seme) – si occuperà di disegnare la smart city del futuro e consoliderà una linea di ricerca proponendosi come esperienza unica in Europa. I vantaggi dell’utilizzo degli edifici come superfici riflettenti per la diffusione del segnale sono molteplici. Soprattutto hanno a che fare con l’efficienza, la qualità e l’inclusività della connessione digitale, ma anche con la bellezza, l’ordine e il benessere nelle nostre città perché riduce la necessità di installare nuove stazioni di trasmissione. La novità sta nell’utilizzo di una "pelle intelligente", un materiale ingegnerizzato, progetto ad hoc che viene integrato con le pareti degli edifici sia esistenti, sia in fase di progettazione. Questa soluzione altamente avanzata migliora e aumenta l'interazione tra i segnali e l'ambiente circostante.