Al Seattle Art Museum approderà, il 18 marzo, la mostra “Our Blue Planet: Global Visions of Water” - “Il nostro pianeta blu: Visioni globali dell’acqua”, a cura di Natalia Di Pietrantonio. La curatrice, di origini italiane da parte di padre, ha dedicato la sua carriera all’arte dell’Asia meridionale, ed ha già all’attivo una mostra, visitabile sempre al SAM fino al 10 luglio, chiamata “Embodied Change: South Asian Art Across Time” e incentrata sull’arte che si sviluppa sul corpo umano e sui molti modi in cui può essere trasformato, dai gioielli ai vestiti ai tatuaggi.

A raccontarci della nuova attività di Di Pietrantonio è l’ItaloAmericano, il giornale fondato nel 1908 con la missione di promuovere e preservare la nostra cultura ed il nostro patrimonio negli Stati Uniti e che si rivolge ad una platea formata da oltre 290.000 iscritti all’AIRE e numerosissimi Italo discendenti. La mostra, che sarà visitabile fino al 30 maggio, è co-curata con due colleghi del museo. Il trio voleva un’esposizione che approfittasse dell’apprezzata collezione globale del museo e che affrontasse un argomento fosse urgente e rilevante. “Our Blue Planet” esplora i molti modi in cui gli artisti di tutto il mondo si sono confrontati con il tema dell’acqua, esaminando i suoi piaceri e pericoli, e il suo ruolo mutevole nelle nostre vite. Più di 80 opere d’arte provenienti da 16 Paesi e sette tribù di nativi americani sono in mostra, provenienti dalla collezione del museo e da tre prestatori locali. In una sezione sull’acqua piovana, gli spettatori possono guardare un video di un’enorme scultura installata nel 2018 in Trentino, Italia. Chiamata Reservoirs of Rain Water, la scultura è stata creata dall’artista di Seattle John Grade, specializzato in installazioni su larga scala che esplorano l’impermanenza della natura. L’opera abbagliante di Grade è stata installata nel Parco delle Sculture Arte Sella a Borgo Valsugana, noto per il suo spettacolare scenario fluviale. Composta da 5.000 gocce di plastica trasparente, ognuna delicatamente attaccata a reti traslucide infilate tra gli alberi, la scultura cambia forma a seconda del tempo. Nel video, gli spettatori possono vedere come l’acqua, o la mancanza di acqua, alteri il movimento e la forma della scultura. Se piove o nevica, l’acqua si accumula nei piccoli sacchetti che compongono la forma della goccia. Man mano che l’acqua piovana si accumula, l’installazione diventa sempre più pesante – può pesare fino a 800 libbre – e sprofonda sempre più in basso. Con il tempo soleggiato, la scultura torna alla sua forma originale.