Elena Bonetti, ministro per le Pari Opportunità, ha inaugurato al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York la mostra fotografica dal titolo “Women and Girls in Sub-Saharan Africa. Transforming Education for a Sustainable Future”. Organizzata a margine della sessantaseiesima edizione della CSW (Commissione sullo Status delle Donne), maggiore piattaforma ONU per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere, la mostra vede protagonisti gli scatti di Mohamed Keita, giovane fotografo ivoriano da oltre dieci anni in Italia con lo status di rifugiato.

A riportare la notizia è La Voce di New York, storico quotidiano della comunità italiana, e italoamericana, di una regione che, da sola, conta circa 93.500 iscritti all’Aire. L’esposizione è co-organizzata dalla Missione Permanente d’Italia all’ONU e dallo Universities Network for Children in Armed Conflict (lanciato nel 2020 con il sostegno della Farnesina, include oltre 50 Università e centri di ricerca in quattro continenti). A sostenere il progetto anche l’Istituto di Studi Politici S. Pio V e L.A.W. International. Intervenuti all’inaugurazione anche il Rappresentante Permanente d’Italia all’ONU Amb. Maurizio Massari, la Prof.ssa Laura Guercio in rappresentanza del Network, e la Assistant Secretary General per l’Africa alle Nazioni Unite, Martha Pobee. La ministra ha anche dichiarato: “le donne in Africa possono essere ‘agenti del cambiamento’ quando vengono create le condizioni per un loro accesso all’istruzione di base, ma anche a una formazione che le prepari per affrontare gli effetti avversi del cambio climatico. Sono loro a patirne maggiormente gli effetti negativi”. Secondo l’ONU, la diminuzione delle risorse e la siccità sono infatti collegati a migrazioni e sfollamenti, i cui effetti possono avere gravi conseguenze per le donne e le ragazze: maggiore violenza di genere e aumentato rischio di matrimoni precoci e forzati a causa dell’impatto negativo del cambiamento climatico sull’economia. “Con queste fotografie – conclude- lanciamo un messaggio di speranza per le donne e ragazze africane, estendendo la sua valenza alle donne e ragazze di tutto il mondo, dall’Ucraina all’Afghanistan e ai numerosi altri teatri di crisi dove stanno lottando”.