Belluno capitale triveneta dell’emigrazione. Lo spera l’Associazione Bellunesi nel Mondo, che da tempo ha avanzato la proposta (nel 2016 anche con una raccolta firme sottoposta al Ministero della Cultura) di allestire in città un museo in ricordo di quell’epopea di partenze che lungo tutto il Novecento ha visto protagonista il nordest italiano, Veneto in primis.


Lo spera, e ora vede il traguardo un po’ più vicino, perché alla realizzazione hanno assicurato il proprio impegno il neo sindaco del capoluogo, Oscar De Pellegrin, e il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. Presenti alla cinquantottesima assemblea dell’Abm svolta sabato 18 giugno, entrambi hanno garantito che si attiveranno, in sinergia anche con il presidente della Provincia Roberto Padrin, affinché l’obiettivo possa essere raggiunto.
La sede sarebbe già stata individuata: sorgerebbe in via Feltre, nell’area del parcheggio Ex M.O.I. (di proprietà comunale). Necessarie le risorse, capitolo su cui il numero uno dell’associazione emigranti, Oscar De Bona, ha chiamato in causa il ministro D’Incà, chiedendo una sua collaborazione affinché possa bussare alle porte dei ministeri degli esteri e della cultura per un sostegno.
“Non posso fare promesse – la risposta dello stesso D’Incà – ma garantisco che lavoreremo affinché il polo museale del Triveneto possa nascere all’interno della città di Belluno”.
L’assemblea annuale, oltre a fare il punto su attività passate, presenti e future su cui l’Abm è impegnata, e a dare spazio alle voci di vecchi e giovani emigranti (testimonianze sono arrivate dal Belgio, dalla Cina, dalla Spagna, dall’Argentina, dal Brasile, dal Messico, dalla Croazia e dalla Svizzera), è stata anche l’occasione per richiamare l’attenzione sulla nuova legge del Terzo Settore.
“Una novità che, con oneri aggiuntivi e burocrazia sempre più complessa, sta mettendo in crisi diverse associazioni, molte delle quali si vedranno costrette a chiudere”, la preoccupazione di De Bona. Da qui l’appello alle istituzioni: “sarebbe importante che la normativa venisse rivista e snellita. Ne va del futuro del nostro territorio e non solo”.
Territorio per il quale l’Abm è da sempre attiva nel fare da ponte con il resto del mondo, anche in collaborazione con le altre realtà che animano la provincia dal punto di vista sociale, culturale ed economico. Ecco perché nella riunione sono stati presentati tre progetti che vedono l’Associazione al fianco di Ulss 1 Dolomiti, Confindustria e Confartigianato. Nel primo caso, la cooperazione ha permesso di individuare oltre duecento tra medici e professionisti della sanità che dall’Argentina sarebbero interessati a trasferirsi nel Bellunese, in modo da far fronte alla carenza di personale da tempo lamentata dall’azienda sanitaria.
“Un percorso proficuo”, ha sottolineato la direttrice generale dell’Ulss, Maria Grazia Carraro. “Abbiamo già tenuto diversi colloqui e con alcune figure siamo già all’opera per il riconoscimento dei titoli di studio”. Con gli industriali l’Abm si è invece attivata per far nascere – “primo caso a livello nazionale”, ha messo in luce Andrea Ferrazzi, direttore di Confindustria – una sezione di aziende dei “bellunesi nel mondo”, formata da imprenditori bellunesi o con origini bellunesi all’estero. L’obiettivo, in questo caso, è rafforzare gli scambi commerciali ed economici. Stesso spirito che ha guidato anche l’attività messa a punto con Confartigianato.
“L’idea – le parole della presidente, Silvia Scarzanella – è di creare una rete tra artigiani bellunesi e artigiani nel mondo, riuscendo, se possibile, a sopperire al bisogno di manodopera, ma anche a sviluppare nuove idee che facciano leva sull’appartenenza”.