Fino al 24 agosto, coloro che dovessero passare nel Sussex dell’Est, in Inghilterra, e che fossero amanti dell’opera, non possono non fare tappa al Festival di Glyndebourne, giunto quest’anno all’edizione numero ottantotto. Il motivo non è solo nell’epicità di una kermesse di questo tipo (conosciuto in tutto il mondo, il Festival di Glyndebourne ospita qualcosa come 150mila spettatori, che grazie all’intervallo di 90 minuti previsto per ogni opera possono godersi il tradizionale picnic nel giardino), ma anche per un tocco di italianità davvero straordinaria.

E, quel tocco, lo porta il regista Francesco Micheli, il quarto italiano nella storia del festival operistico a portare in scena una produzione. In questo caso, Micheli ha firmato la regia di “Alcina”, opera di Georg Friedrich Händel. Sul compositore e sull’opera, ma forse anche un po’ sui tempi che stiamo vivendo, Micheli ha detto: “Händel mette in scena un mondo al tramonto, il mondo incantevole e nobile dell’epoca cavalleresca dell’Orlando Furioso di Ariosto, e lo fa con un’opera piena di magia e di effetti speciali. Ho quindi pensato questo spettacolo come un inno a ciò che di più magico ma anche di più concreto io conosca: il teatro. Il mondo dell’epica cavalleresca che tramonta si specchia quindi nel teatro di rivista, che ha conosciuto la sua massima popolarità tra gli anni Trenta e Cinquanta del secolo scorso, per poi essere travolto dalla modernità. In questo momento in cui il nostro continente rischia di esplodere è salutare adottare, come santo protettore, un compositore tedesco, formatosi in Italia e affermatosi in Inghilterra”. Prima di Micheli, i registi italiani che si sono confrontati con il palcoscenico del Festival di Glyndebourne  sono stati Franco Zeffirelli nel 1968, Franco Enriquez nel 1971 e Damiano Michieletto lo scorso anno.  Nel suo ruolo di regista, Micheli è affiancato da Edoardo Sanchi per la realizzazione delle scene, Alessio Rosati per i costumi e Bruno Poet per le luci. Le coreografie sono firmate da Mike Ashcroft. Le prossime recite di “Alcina” sono in programma l’8, 14, 17, 24, 27 e 30 luglio e ancora il 2, 4, 9, 15, 19 e 24 agosto. Terminata questa parentesi britannica, raggiungendo un traguardo cui ogni regista, segretamente o meno, ambisce, per Francesco Micheli si profila una nuova produzione all’orizzonte: si tratti di “L’aio nell’imbarazzo”, che sarà messa in scena dal 20 novembre nella sua città natale, Bergamo, per il Festival Donizetti Opera di cui è, peraltro, Direttore Artistico.