A 8 miliardi di anni luce da noi c’è un buco nero supermassiccio che si sta allontanando dal centro della sua galassia. Un comportamento del tutto insolito che ha comprensibilmente attirato l’attenzione degli studiosi, e che ha trovato ora una spiegazione accurata grazie al lavoro di un gruppo internazionale di ricerca guidato da Gianluca Castignani (Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi”, Università di Bologna e INAF - Istituto Nazionale di Astrofisica) e Takahiro Morishita (California Institute of Technology e Space Telescope Science Institute).

In due articoli pubblicati su Astronomy & Astrophysics Letters e su The Astrophysical Journal, gli studiosi riportano forti evidenze che da un lato che il buco nero supermassiccio è nato dalla fusione di due galassie e dei loro rispettivi buchi neri, e dall’altro che le onde gravitazionali generate da questo evento hanno “calciato” il nuovo buco nero spingendolo, con una sorta di “effetto rinculo”, fuori dal centro della galassia. Gli eventi di fusione delle galassie sono uno dei meccanismi fondamentali che regolano la crescita delle galassie e l'evoluzione dei buchi neri supermassicci. Quando avvengono, i buchi neri al centro delle galassie si fondono, creando uno dei fenomeni più energetici possibili nell'universo: una quantità enorme di energia viene rilasciata sotto forma di onde gravitazionali, le quali sono capaci di generare delle increspature nel "tessuto" dello spaziotempo. Le previsioni teoriche mostrano che in alcuni casi particolari, a seconda dell'orientamento reciproco degli assi di rotazione dei buchi neri e del rapporto delle loro masse, la fusione di due buchi neri può produrre onde gravitazionali non isotropiche, generando un effetto di rinculo. Grazie a questo effetto il nuovo buco nero formatosi dalla fusione dei due buchi neri di partenza può essere “calciato” fuori dal centro della galassia stessa; fino ad oggi però non esistevano osservazioni dettagliate che potessero confermare o confutare queste previsioni. Per confermare la posizione spostata del buco nero e, allo stesso tempo, stabilire che la galassia ospite di 3C 186 è il prodotto di una fusione di galassie avvenuta in passato, circa un miliardo di anni prima, è stato utilizzato il telescopio Hubble; i risultati di questo studio sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal. Nel secondo studio, invece, pubblicato su Astronomy & Astrophysics Letters, i ricercatori hanno analizzato 3C 186 con le osservazioni del radiotelescopio Northern Extended Millimeter Array (NOEMA), che si trova sul Plateau de Bure, nelle Alpi francesi. I risultati ottenuti hanno permesso di confermare per la prima volta tramite osservazioni radio ad alta risoluzione che la posizione spostata del buco nero è con alta probabilità dovuta alla spinta delle onde gravitazionali generate dall’evento di fusione di due buchi neri.