Storie di emigrazioni, l’esodo dalle Dolomiti nel Novecento
- Details
- Redazione
Sabato cinque novembre, l’Associazione Bellunesi nel mondo, in collaborazione con la CAVES – Confederazione delle Associazioni Venete in Svizzera – e l’Associazione Veneta di Zurigo, ha organizzato un convegno al Liceo Artistico di Zurigo dal tema ,“Storie di emigrazioni l’esodo dalle Dolomiti nel Novecento”. La relatrice la Dottoressa Luciana Palla, ricercatrice e scrittrice, ha presentato il suo ultimo libro che ha dato il titolo all’incontro, presentando durante il suo intervento non solo documenti storici, quali fotografie, lettere scritte tra familiari, che da lontano ricordavano la terra natia, ma anche dei filmati con interviste alle protagoniste, le donne, che o rimanevano a casa ad accudire figli e terreni, oppure partivano con i propri mariti, giovanissime, in territori a volte ostili ai migranti. Il dibattito è stato moderato e presentato dal Presidente Caves Luca Sponton.
I tre comuni interessati alla ricerca sono stati, Colle Santa Lucia, Livinallongo e Rocca Pietore, e da questi tre territori si sono incrociate le storie di cittadini partiti in cerca di fortuna. Le Dolomiti nonostante la loro bellezza, nel Novecento, non offrivano alle famiglie abbastanza sostentamento per tutti, cosi dall’Italia si partiva alla ricerca di un lavoro, che potesse offrire una vita dignitosa. Nonostante sia un secolo non lontano dal nostro, non era facile per chi migrava trovare delle condizioni di lavoro e sociale ottimale. Contratti stagionali, non sempre pagati bene, un lavoro giornaliero con spese mediche addebitate in caso di infortunio, e la sera ritirarsi in baracche, dove la vita collettiva ti obbligava ad una socialità forzata. Una delle intervistate ha raccontato delle famose docce disinfettanti, alle quali gli italiani e non sono solo, erano obbligati a fare, nudi, davanti ai doganieri, prima di entrare in Svizzera. Le donne la maggior parte venivano impiegate nel tessile, gli uomini nei lavori pesanti, come taglio della legna, costruzione di opere, tra le quali, l’aeroporto di Zurigo, a Kloten.
Dopo la prima parte del convegno, il pubblico ha potuto acquistare il libro e godere del rinfresco offerto dalla ditta Biberio, che commercia in Svizzera dell’ottimo prosecco e non solo.
Nella seconda parte il Coro del Monte Dolada, nato nell’estate del 1979 nel comune di Ponte nelle Alpi (Belluno), diretti dal maestro diretto dal Maestro Alessio Lavina che ha lo scopo di valorizzare, conservare e diffondere la tradizione del canto popolare. Un coro che riparte dopo una lunga pausa dovuta al Covid, ma che ha già tante tappe in agenda, visto che vanta collaborazioni con le principali associazioni del territorio e numerose importanti esibizioni sia in patria che all’estero.
Una serata dedicata alla nostalgia di chi emigrava alla ricerca di una vita migliore, di una possibilità di riscatto, ma il sentimento di nostalgia e di appartena alla terra di origine a volte era cosi forte, che il viaggio di ritorno era sempre una priorità, perché da lontano mancavano anche il suono delle campane della chiesa del proprio Paese.