"Operazione rientro. Così la si può battezzare la convenzione da mettere in piedi con l'università di Teramo per far tornare i ragazzi di origine italiana che vivono un disagio economico e sociale in alcuni paesi, soprattutto del Sud America". Lo scrive Il Messaggero riferendo l'annuncio di Leonardo D'Ippolito, direttore del Dipartimento cultura dell'Anfe nazionale (Associazione nazionale famiglie degli emigrati) che in un simposio all'università di Teramo sul "Turismo delle radici") ha confermato l'avvio di una convenzione col rettore Dino Mastrocola.

Per cominciare saranno 20 i ragazzi venezuelani accolti. Nel corso del seminario si è parlato di progetti che coinvolgano gli italodiscendenti anche per frenare lo spopolamento dei piccoli borghi. L'idea partorita nel simposio è appunto di "gettare le basi per un tavolo tecnico permanente, tra Anfe e Ateneo che farà da supporto agli italodiscendenti nel realizzare il sogno di acquistare una casa nella terra dei loro avi". Ad esempio a Morro d'Oro il sindaco Romina Sulpizi "sta per partire con la sua idea di donare le case abbandonate del borgo al prezzo simbolico di un euro ciascuna" e la geologa Giovanna Massacci dell'Anfe Ancona ha il progetto di ravvivare i borghi abbandonati come ad esempio Faraone Vecchia, nei pressi di Sant'Egidio, abbandonato negli anni '60 per una frana con un recupero conservativo delle abitazioni: "Dovrà diventare uno smart village con un ecomuseo sull'immigrazione, collegato al sito familysearch.org". Inoltre, ha pure intenzione di incentivare il "necroturismo", cioè passeggiare "esperenziali" nei cimiteri alla ricerca degli avi, ma soprattutto della storia della città da cui sono partiti in molti alla ricerca della fortuna. Infine Aladino de Paulis (Anfe) ha richiamato "il legame mai sopito e molto forte tra San Gabriele e gli emigranti".