Anche nel contesto europeo, l’Italia si caratterizza per un tasso di natalità molto basso. Sono 6,8 i nuovi nati ogni mille abitanti, contro una media dell’Unione di 8,7 nel biennio 2020-21, come emerge da uno studio della Fondazione OpenPolis. Si tratta della cifra più bassa tra tutti gli Stati membri. Molto lontano da paesi come Irlanda (11,2), Cipro (11,1) e Francia (10,6) dove nello stesso anno ha superato quota 10. Più vicini all’Italia risultano altri due paesi mediterranei come Spagna (6,9) e Grecia (7,3). Ma il dato nazionale è comunque inferiore anche a queste due nazioni.

Persino in un contesto europeo di progressivo calo della natalità, quindi, l’Italia si distingue per un tasso più basso di quello registrato negli altri 26 stati Ue. Il fenomeno riguarda gran parte del Paese: il 90% dei Comuni è sotto la media Ue, il 60% sotto quella nazionale. Fa eccezione la provincia di Bolzano, dove quasi 2 comuni su 3 superano la soglia Ue. Catania è il capoluogo con il tasso di natalità più alto nel 2020. Oristano quello con il più basso. La natalità declinante sta portando a un progressivo spopolamento del Paese. Le ultime proiezioni di Istat indicano che i quasi 60 milioni di abitanti potrebbero scendere a 45,8 milioni nel 2080. Si tratta di una delle conseguenze del cosiddetto “inverno demografico”, aspetto di cui abbiamo avuto modo di occuparci in passato. Il tasso di natalità, ovvero il numero di nuovi nati in relazione ai residenti, è passato dai quasi 10 alla fine degli anni 2000, ai circa 8 del 2015 ai meno di 7 attuali. Una quota raggiunta a partire dal 2020, primo anno dell’emergenza Covid. Alcune aree del paese, come Trentino Alto-Adige, Campania e Sicilia superano ampiamente la media nazionale; mentre altre, come Sardegna e Liguria, ne sono molto lontane. Nel 2020, primo anno in cui la quota nazionale è scesa sotto i 7 nati ogni 100 abitanti, una minoranza di territori superava non solo la media italiana, ma anche quella europea. Si tratta del 10% dei Comuni italiani dove il tasso di natalità rilevato è stato superiore alla media Ue pari in quell’anno a 9,1. Al contrario, circa il 90% dei comuni non ha raggiunto questa soglia. Quasi il 60% di essi inoltre si è attestato anche al di sotto del dato nazionale (6,8 in quell’anno). Nell’89,3% dei comuni italiani il tasso di natalità rilevato nel 2020 è stato inferiore alla media europea, pari in quell’anno a 9,1 nascite ogni mille abitanti. Il 9,5% dei territori è al di sopra di questa soglia, mentre circa l’1% si può considerare in linea con la media Ue, essendo il divario con quest’ultima al massimo di 0,1 punti. Fa eccezione a questa tendenza la provincia di Bolzano, dove meno di un terzo dei comuni presenti ha un tasso di natalità inferiore alla media Ue. Ben 2 comuni altoatesini su 3 superano la soglia europea. Oltre all’Alto Adige, solo nelle aree di Napoli, Catania e Caserta meno del 70% dei comuni si caratterizzano per un tasso di natalità inferiore alla media Ue. In tutte le altre province italiane sono di più. In particolare in 20 di queste la totalità dei comuni presenti si è attestata al di sotto della soglia europea. Si tratta di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Cagliari, Enna, Ferrara, Firenze, Forlì-Cesena, Grosseto, La Spezia, Lecce, Livorno, Massa-Carrara, Monza e Brianza, Perugia, Piacenza, Pistoia, Pordenone, Prato, Terni e Trieste. Tra i capoluoghi, Catania in Sicilia è quello in cui si è registrato il tasso di natalità più elevato nel 2020: 8,48 nascite ogni mille abitanti. Sopra quota 8 anche Bolzano e Palermo. È comunque rilevante notare come nessuna delle città capoluogo abbia superato la media Ue nell’anno indagato. Distante non solo dalla media europea, ma anche dallo stesso dato italiano, il tasso di natalità di Oristano: 3,55 nuovi nati ogni mille abitanti nel 2020. Poco sopra altre 4 città sarde: Nuoro (5,00), Sassari (4,96), Cagliari (4,84) e Carbonia (4,23).