Fino al 2019 si registra una generale diminuzione del numero medio di lavoratori, in modo particolare di quelli che beneficiano degli incentivi all’occupazione a tempo indeterminato: su tale andamento ha inciso in modo considerevole la mancata proroga degli incentivi all’assunzione previsti per il 2015 e il 2016 (esonero triennale e biennale) che hanno contribuito notevolmente all’incremento dei livelli occupazionali. Lo si legge nell’osservatorio delle politiche occupazionali e del lavoro che copre il periodo dal 2018 al 2022.

Nel 2020 sono state introdotte nuove agevolazioni contributive per cercare di affrontare l’emergenza occupazionale determinata dall’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid19, tra le quali la più rilevante è la Decontribuzione Sud, che prevede un’agevolazione contributiva per l’occupazione in aree svantaggiate del Paese. Ad esclusione della Decontribuzione Sud, la crescita osservata per il 2020 si fa più incisiva nel 2021 per tutte le diverse categorie di agevolazione crescita che prosegue nel 2022 confermando l’Apprendistato come incentivo principalmente utilizzato (48%), seguito dai contratti a tempo indeterminato (36%). Nel 2022 aumenta il numero dei lavoratori in apprendistato e le loro trasformazioni a tempo indeterminato e prosegue l’utilizzo dei nuovi esoneri introdotti dalla legge 178/2020 al fine di contenere il perdurare degli effetti negativi sull’occupazione dovuti all’epidemia da Covid19 (aumento dal 50% al 100% dell’esonero per le assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato effettuate nel biennio 2021-2022 sia con l’esonero giovani che con l’incentivo donne). Cresce anche il numero di lavoratori assunti a tempo determinato/stagionale nel settore del turismo e stabilimenti termali e quello delle stabilizzazioni di lavoratori già impegnati in lavori socialmente utili (ex LSU), in conseguenza delle diverse procedure di stabilizzazione previste dalla L.160/2019.