Il lancio del James Webb Space Telescope (JWST), il più sofisticato telescopio spaziale mai realizzato e lanciato nello spazio il 25 dicembre 2021, sta spingendo l’osservazione dell’occhio umano oltre ogni limite precedente, portando alla scoperta di galassie fino ad ora sconosciute. Alcune di queste hanno attirato l’attenzione di un team di astrofisici dell’Università di Padova e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), che ha ha recentemente scoperto un campione ancora più peculiare di tali sorgenti, che sembrano essere più rosse e oscurate di quanto previsto dai modelli cosmologici di formazione ed evoluzione delle galassie.

Forte riduzione del ghiaccio marino nell’area antistante la Base Italiana Mario Zucchelli nel Mar di Ross dove ha appena preso il via la 38a Spedizione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), campagna finanziata dal Ministero dell’Università e Ricerca, gestita dall’ENEA per la pianificazione logistica e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) per la programmazione scientifica. Per la prima volta lo spessore del ghiaccio marino risulta sceso intorno ai 120 centimetri contro una media degli anni passati di circa 200. Il fenomeno, che ha coinvolto anche l’area dove di solito viene tracciata la pista per l’atterraggio dei velivoli recanti personale e materiali, è stato causato, secondo quanto ricostruito dai ricercatori, da diversi e prolungati episodi di vento forte.

La missione della Nasa Artemis è scattata. Il razzo più potente del mondo, SLS, è decollato il 16 novembre per la prima volta dalla Florida, per una missione che segna il grande inizio del programma americano di ritorno sulla Luna. Per questo volo di prova lanciato 50 anni dopo l'ultimo volo del programma Apollo, la capsula Orion, che non ha astronauti a bordo, non atterrerà sulla Luna ma si avventurerà fino a 64.000 km dietro di essa, un record per un vettore spaziale abitabile.

L’evoluzione di una galassia è caratterizzata dalla formazione di nuove stelle e dalla trasformazione di quelle preesistenti. Lo scenario standard della formazione stellare nelle galassie prevede che ci sia stato un picco di attività circa 11-12 miliardi di anni fa e che da allora le galassie abbiano cominciato a formare progressivamente sempre meno stelle. Ma cosa determina questo comportamento? Le stelle si formano a partire dal collasso di dense nubi di idrogeno molecolare che a loro volta si formano quando gli atomi di idrogeno neutro si legano insieme.

Alcuni dei fenomeni fisici che incontriamo quotidianamente nella nostra vita sono ancora oggi incompresi. Un primo esempio è la turbolenza nei fluidi. La turbolenza è legata alla complessità delle equazioni di Navier-Stokes che regolano la dinamica dei fluidi, uno dei problemi del millennio. Un altro esempio di problema aperto è l’approccio all’equilibrio termodinamico per i sistemi isolati. Un nuovo studio in collaborazione tra la SISSA e l’Università di Padova, pubblicato su Physical Review Letters, analizza in dettaglio un collegamento nuovo tra queste due tipologie di fenomeni e potrebbe aprire nuove strade per la loro comprensione.

L’astronauta italiana dell’Esa Samantha Cristoforetti diventerà presto comandante della Stazione Spaziale Internazionale, subentrando al compagno russo dell’Expedition 67 Oleg Artemyev.
La nomina, annunciata dall’Esa, renderà così Samantha Cristoforetti la prima astronauta donna italiana ed europea al comando della stazione.
“Sono onorata della mia nomina a comandante - afferma AstroSamantha - e non vedo l'ora di attingere all’esperienza che ho acquisito nello spazio e sulla Terra per guidare in orbita un team molto capace”.

La missione della sonda Juno, in orbita intorno a Giove dal 5 luglio 2016, ha come obiettivi principali lo studio dei processi di formazione della struttura interna, del campo magnetico e dell’atmosfera del pianeta. Giove, che da solo ha una massa due volte e mezzo maggiore rispetto a quella di tutti gli altri pianeti messi assieme, è composto quasi esclusivamente da idrogeno ed elio.

Successo per la missione artica della Marina Militare italiana High North 22, condotta con il coordinamento scientifico e logistico dell'Istituto Idrografico della Marina e l’appoggio della nave Alliance. La missione, che è iniziata il 2 luglio, è partita dal porto di Tromsø e si è svolta nel mare delle Isole Svalbard, dello Stretto di Fram e dello Yermak plateau.

Studiare le popolazioni che vivono nelle isole del mediterraneo per trovarne i tratti comuni. È questo lo scopo del nuovo progetto di ricerca “Crossing the Sea”, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca nell’ambito del bando PRIN 2020 e che coinvolge le università di Ferrara (nel ruolo di coordinatore), Bologna, Palermo, Firenze e Cagliari. Grazie allo studio e alla comparazione del DNA, i ricercatori andranno a ricostruire la storia evolutiva delle popolazioni che hanno abitato e ancora oggi vivono nelle tre principali isole del Mediterraneo occidentale:








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