I soldi non fanno la felicità, ma è comunque meglio piangere a bordo di un fuoristrada che su una bicicletta con le ruote sgonfie. Questa battuta, tutto sommato simpatica, racchiude una grande verità. Ovvero che i soldi non possono comprare la felicità; anzi, più se ne hanno e meno è semplice percepirne il valore e l’importanza. A confermarlo è la scienza. Uno studio, condotto dai ricercatori dell’Università della British Columbia, ha cercato di fare luce su questo interrogativo.

Nel 2022 il 69,9% delle piccole e medie imprese adotta almeno 4 attività digitali su 12 (69,1% in Ue27), con il ricorso al lavoro da remoto che nel 2022 ha coinvolto oltre 7 imprese su 10 influendo sull’aumento della quota di imprese con almeno 10 addetti che dispongono di documenti su misure, pratiche o procedure di sicurezza informatica (48,3%, rispetto al 34,4% nel 2019; 37% la quota in Ue27).

Forse il Covid non ha fatto solo cose negative. Ok, detta così questa frase può essere quanto meno fuorviante; forse è il caso di entrare nel dettaglio. I periodi del lockdown, con il loro carico di difficoltà, tristezza, lontananza e tutta una gamma di sensazioni negative hanno però lasciato in eredità qualcosa di quasi insospettabile fino a pochi anni fa.

Il Ministero della Cultura ha comunicato i dati relativi all’affluenza della prima #domenicalmuseo del 2023, l’iniziativa che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali. Di seguito, i numeri degli ingressi nei luoghi più visitati: Colosseo (solo anfiteatro Flavio) 9.959; Parco archeologico di Pompei 7.801; Gallerie degli Uffizi - Gli Uffizi 7.624; Gallerie degli Uffizi - Giardino di Boboli 7.584; Castel Sant’Elmo e Museo del Novecento a Napoli 7.011; Foro Romano e Palatino 6.409; Museo nazionale di Castel Sant’Angelo e Passetto di Borgo 5.958; Palazzo Reale di Napoli 5.788;

Il metabolismo del ferro ha un ruolo chiave nella degenza da Covid-19 e nel Long – Covid. La scoperta arriva dall’Abruzzo, grazie al lavoro di un team di ricercatori dell’Università di Teramo e dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. I ricercatori hanno infatti individuato un’alterazione di proteine fondamentali per il metabolismo del ferro nei pazienti infetti dal SARS-CoV-2 e anche in pazienti affetti dal Long-Covid, condizione che si presenta in un’ampia percentuale di pazienti che manifestano una sintomatologia variabile anche dopo la risoluzione dell’infezione.

Tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo entrati. Che fosse per necessità o per crearsi un souvenir del momento, magari con un amore appena sbocciato o con gli amici di sempre, ognuno di noi ha varcato la soglia di una cabina per fototessere, tirando la tendina, mettendosi in posa e aspettando che finisse il conto alla rovescia prima che la fotocamera scattasse, uscendo poi in attesa delle fototessere, solitamente quattro ma talvolta erano anche di più. Una pratica comune, insomma; soprattutto, una pratica made in Italy.

Linkedin non è un semplice social network legato al mondo del lavoro, ma una vera e propria piattaforma per raccontare la propria occupazione, mettere in mostra la proprie qualità e, soprattutto, farsi notare dai recruiter e dagli addetti delle risorse umane, sempre alla ricerca di volti nuovi nell’ambito delle assunzioni nelle loro aziende. In fondo, lo dicono i numeri: ad oggi su Linkedin ci sono 16 milioni di utenti italiani e oltre 400mila aziende con sede in Italia: si tratta quindi della terza business community per volume in Europa nonché il più esteso database di contatti per quanto riguarda il mercato del lavoro in Italia.

 Burnout: in quanti conoscono almeno una persona che può dire di aver vissuto questo stato d’animo di questo tipo, particolarmente diffuso in questi ultimi anni? Oppure in quanti possono confermare di averlo vissuto letteralmente in prima persona? Quando parliamo di burnout intendiamo quel malessere psicologico sul lavoro che ha portato, secondo alcune indagini, il 49% degli under 34 a dimettersi dal proprio incarico almeno una volta nella loro carriera lavorativa per preservare la propria salute mentale.

La Commissione europea ha proposto di rafforzare le norme per prevenire e combattere la tratta di esseri umani. Ogni anno nell'UE oltre 7000 persone sono oggetto di tratta di esseri umani, ma dato che molte vittime non vengono individuate il numero è verosimilmente molto più alto. Il costo annuo della tratta nell'UE ammonta a 2,7 miliardi di €.






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